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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2011 alle ore 08:55.

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Rcs incorporerà le controllateRcs incorporerà le controllate

Dopo il taglio dei costi aziendali, in Rcs arriva il taglio delle poltrone con la semplificazione della struttura societaria. Un programma, ancora da definire nei dettagli, che mira a incorporare nella holding le società italiane possedute al 100%: Rcs Quotidiani, Rcs Periodici, Rcs Libri e Rcs Pubblicità. Non è chiaro se scompariranno tutte o se invece la razionalizzazione sarà meno radicale, ma dovrà essere esteso l'oggetto sociale di Rcs Mediagroup, oggi limitato all'attività di holding, all'esercizio di attività editoriali, di informazione e pubblicitaria.

La modifica dell'oggetto sociale, che sarà sottoposta all'approvazione di un'assemblea straordinaria fissata per il 20-21 giugno, farà scattare il diritto di recesso da parte dei soci dissenzienti a un corrispettivo che sarà determinato dalla media aritmetica dei prezzi di chiusura di Borsa nei sei mesi precedenti la data di pubblicazione dell'avviso di convocazione dell'assemblea straordinaria. A ieri il prezzo del recesso sarebbe risultato pari a 1,162 euro per le azioni ordinarie e a 0,795 euro per le azioni di risparmio, inferiore cioè alle ultime quotazioni – 1,26 e 0,8 euro – delle due categorie di azioni.

Ad ogni modo il riassetto azzererà la governance innovata solo un anno fa con l'ingresso dei calibri massimi dell'azionariato nel cda di Rcs Quotidiani, interfaccia diretta del Corriere della Sera, dove siedono oltre all'ad Antonello Perricone, Giovanni Bazoli, Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle, Giampiero Pesenti e Marco Tronchetti Provera, mentre Cesare Geronzi si è dimesso proprio alla vigilia dell'annuncio della riorganizzazione.

Dei soci di peso, solo Della Valle è presente anche nel consiglio della holding. Destinato a scomparire anche il cda della Periodici di cui, nel marzo dell'anno scorso, era diventato vice-presidente Massimo Pini, in rappresentanza del gruppo Ligresti. È possibile che la riorganizzazione societaria comporti qualche aggiustamento in consiglio, tenuto conto che comunque sopra il board c'è ancora il livello del patto di sindacato. Non ci saranno però centri decisionali diversi da consiglio di amministrazione, comitato esecutivo e all'amministratore delegato.

«Seguite le vicende dei prossimi mesi perché come consiglio agiremo in funzione degli obiettivi di efficienza e redditività», aveva preannunciato cripticamente Giuseppe Rotelli, primo socio fuori patto, al termine dell'assemblea del 28 aprile scorso, osservando che la governance del gruppo era un «po' barocca» e che avrebbe potuto essere migliorata.

Nel cda di ieri, che ha dato il "la" alla riorganizzazione, sono stati approvati anche i conti del trimestre, chiuso con ricavi per 473 milioni e un risultato netto negativo per 20,9 milioni, migliorato di 9,9 milioni rispetto allo stesso periodo 2010.

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