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Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2011 alle ore 08:16.

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FonSai ora vede la reddività. Nella foto il presidente Jonella Ligresti con l'ad Emanuele Erbetta (Imagoeconomica)FonSai ora vede la reddività. Nella foto il presidente Jonella Ligresti con l'ad Emanuele Erbetta (Imagoeconomica)

Società in crisi, oggetto di un piano di salvataggio. Emanuele Erbetta, da quattro mesi amministratore delegato di Fondiaria Sai, ha voglia di scrollarsi di dosso quei termini che la Consob, nella sua "liberatoria" dall'Opa, ha però attribuito al terzo gruppo assicurativo italiano. Quasi fosse sull'orlo del baratro. È proprio così? «Occorre distinguere la situazione industriale della compagnia dalle sue difficoltà patrimoniali. A quest'ultime darà una risposta l'aumento di capitale che il consiglio di amministrazione ha appena avviato tenendo presente che già alla fine di marzo il solvency ratio consolidato è tornato sopra il minimo (100,9%) e che, con i nuovi mezzi patrimoniali, si collocherà ad un livello di assoluta garanzia (129%). Sul piano industriale, poi, sono anche meno preoccupato e la congiuntura ci aiuta».

Erbetta ha appena concluso la riunione del board che ha approvato i conti del primo trimestre. Tabulati che mostrano i primi risultati del drastico cambio di rotta impresso al gruppo dal nuovo management. «Sono prudente per natura - spiega - non abbiamo cambiato l'obiettivo del budget di fine anno (un utile di 50 milioni) ma siamo nella strada giusta e i risultati fin qui raggiunti sopravanzano le nostre previsioni».
Ma soprattutto nella relazione trimestrale, al di là del risultato netto, si possono cogliere i nuovi lineamenti del gruppo assicurativo come sta emergendo all'indomani della perdita shock di un miliardo subita lo scorso anno. «La Fondiaria Sai che stiamo costruendo è una compagnia concentrata sul suo business assicurativo e, in questo ambito, focalizzata sul comparto retail e delle piccole e medie imprese. Siamo invece molto più prudenti sui grandi rischi corporate e stiamo uscendo dalle coperture della responsabilità civile generale degli enti pubblici e della aziende sanitarie».

Sarà anche una società con meno conflitti d'interesse, soprattutto con la famiglia Ligresti, storici azionisti di controllo? «Dall'inizio dell'anno non vi sono state operazioni con parti correlate. Tutto ciò che non fa parte del business assicurativo (Ata hotel, le cliniche, Banca Sai, aziende agricole e immobili) è oggetto di attenzione e di possibili dismissioni. Naturalmente occorre trovare compratori ed è per questo che stiamo intervenendo su questi asset allo scopo di renderli più appetibili sul mercato».
C'è poi il capitolo delicato delle quote in grandi società (Unicredit, Mediobanmca, Rcs, Imprigilo) spesso collegate alla partecipazione in patti di sindacato. Il fondatore di Fondiaria Sai e suo presidente onorario Salvatore Ligresti ha ribadito proprio nei giorni scorsi che la partecipazione in Mediobanca è "strategica". Erbetta, in precedenti prese di posizione, era sembrato più possibilista. Ora indica una metodologia. «Quando vi sono opportunità o quando il rinnovo di un patto di sindacato (quello di Mediobanca è in scadenza per l'autunno, ndr) impegna risorse consistenti per la società, ho il dovere come amministratore di portare la questione di fronte al consiglio e poi sarà quest'ultimo a decidere».

Sul piano industriale un indicatore di come il gruppo sta cambiando è offerto dal "cantiere" della Rc auto. È il ramo assicurativo nel quale Fondiaria Sai detiene la leadeship del mercato e nel quale si sono fatti gli interventi più incisivi e dolorosi. L'aumento del premio medio - spiega Erbetta – è stato del 7,1% ma in alcune aree del mezzogiorno i rincari sono arrivati a punte del 17 per cento. «Ora in alcune aree del nord stiamo aggiustando il tiro ma non abbassiamo la guardia». La compagnia conta di non rinnovare circa 500 mila contratti nel corso del 2011 (su un totale di circa 8 milioni) e soltanto la controllata Milano Assicurazioni ha già chiuso 150 agenzie in perdita strutturale.
«Stiamo capitalizzando le azioni di risanamento intraprese nei mesi passati in una congiuntura di mercato positiva. Registriamo una diminuzione dei sinistri denunciati del 14% ad anche nel resto del mercato provengono segnali analoghi. Certo non vi è certezza che il trend rimarrà lo stesso per il resto dell'anno». Le drastiche azioni di risanamento stanno dando i loro frutti. Il combined ratio della Rc auto è sceso vorticosamente nel primo trimestre del 2011 (di ben 10 punti, dal 112 al 102 per cento nella sola capogruppo Fonsai) ma rimane pur sempre negativo. Sui sinistri correnti, quelli di nuova generazione, è invece già stabilmente sotto la soglia critica (a 94%). Il ritorno alla redditività, insomma, è qualcosa di più che una speranza.

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