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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2011 alle ore 15:32.

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Il taglio a sorpresa dell'outlook sul rating A+ dell'Italia, modificato da Standard & Poor's da "stabile" a "negativo" dopo quasi cinque anni di immobilismo, non passerà inosservato lunedì alla riapertura dei mercati. Peserà, e peserà negativamente, il fatto che questo cambiamento delle prospettive a medio-lungo termine implica una possibilità su tre che il rating sovrano italiano venga retrocesso nei prossimi 24 mesi.

Scendere di un gradino dalla A+ alla A, di per sè non è grave, l'Italia resterebbe un debitore estremamente poco rischioso se anche il declassamento dovesse verificarsi. Il punto però è un altro. All'improvviso, la rating action di S&P ripropone un caso italiano all'attenzione del mercato, affiancandolo alla già lunghissima lista di fonti di preoccupazione: il vuoto ai vertici del Fondo monetario in una fase critica della crisi del debito europeo, l'insostenibilità dei conti pubblici greci, le elezioni amministrative in Spagna in un clima di alta tensione sociale con il pericolo dell'emersione di nuovi "buchi" oltre a quelli bancari delle cajas.

Il "declassamento" dell'outlook italiano non può ora far altro che rafforzare un trend già in atto da qualche settimana: il riallargamento dello spread tra gli stati "core" europei e i paesi periferici (Grecia, Portogallo, Irlanda) e semi-periferici (Italia, Belgio, Spagna). Quando il mercato vede nero, come in questo periodo, le buone notizie stentano a farsi luce e quelle cattive rincarano la dose del pessimismo.
Goldman Sachs, in una nota diramata domenica a firma di Francesco U. Garzarelli, in vista dell'apertura dei mercati, ha commentato l'annuncio di S&P, definendolo una "sorpresa per la sua tempistica, anche se cristallizza informazioni pubbliche già note"."Un allargamento più generalizzato degli spread e un indebolimento dell'euro sono prevedibili fino a quando non si affermeranno azioni e decisioni politiche più incisive", prevede GS, in un contesto in cui il mercato deve assorbire, oltre all'outlook negativo italiano, notizie destabilizzanti come l'uscita di scena di Strauss-Kahn, il rischio di allungamento delle scadenze dei titoli greci, le incertezze sul debito degli enti locali spagnoli.

Tra le azioni che andranno intraprese, GS ritiene che possa esserci proprio quella del governo italiano: "I fondamentali creditizi dell'Italia sono relativamente deboli ma non si stanno deteriorando rapidamente, sono riflessi già pienamente nel rating S&P (per ammissione della stessa agenzia di rating), ed esistono ampi spazi di manovra per migliorarli con riforme strutturali e ulteriori correzioni fiscali". Nell'analisi, Garzarelli ricorda che i titoli di stato italiani finora hanno tratto il maggiore beneficio dal trend di riallocazione di portafoglio (dovuta alla fuga dei capitali da Grecia, Irlanda e Portogallo ndr.). Finora quest'anno, per esempio, i BTp tra i 7 e i 10 anni hanno assicurato una redditività del 2,8% equivalente a 250 centesimi di punto percentuale più dei titoli di stato francesi e tedeschi. La domanda per i titoli di stato italiani è stata finora buona: per GS le emissioni nette dei bond governativi italiani sono state acquistate dai portafogli delle banche e delle compagnie di assicurazione italiane, subentrati alla domanda in calo dei risparmiatori.

Il peggioramento dell'outlook di S&P sull'Italia apre infine nuovi interrogativi e nuovi scenari: come si comporteranno Fitch e Moody's? E' questo solo l'inizio di una serie di rating action sull'Italia, se è vero che rischia di disattendere il piano di rientro del debito/Pil per colpa di una crescita troppo debole e di un governo in stallo decisionale, secondo la tesi di S&P? Cosa farà il governo Berlusconi per evitare che l'azione di S&P inneschi un alleggerimento delle posizioni degli investitori stranieri in BTp, che detengono metà dello stock dei titoli di stato italiani? Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha promesso che gli impegni saranno rispettati e ha scandito i tempi rapidi delle riforme: ma rischi corre l'Italia nel caso in cui il governo Berlusconi dovesse indebolirsi ulteriormente per lotte interne e per prese di posizione della Lega nel caso di sconfitta alle elezioni a Milano? Senza queste recenti esasperazioni, lo spread tra i BTp e i Bund aveva iniziato comunque a riallargarsi nelle ultime settimane, tornando in orbita 170 centesimi dopo essersi stretto a 150.

Le difficoltà europee nel trovare una soluzione definitiva al caso greco, le incertezze sulle reali dimensioni del buco nei conti bancari e della finanza locale in Spagna, il limbo nel Fondo monetario spingeranno il mercato a rioccuparsi dell'Italia da lunedì, a rileggere tutti i numeri del "miracolo fiscale italiano", uno stato che con un debito/Pil nell'orbita del 120% è riuscito a tenere sotto controllo il deficit/Pil durante la crisi e ad affermare prospettive credibili di ritorno all'avanzo primario: ma, si chiederà il mercato dopo la sollecitazione di S&P's, fino a che punto la tabella di marcia della riduzione del deficit/Pil e poi del debito/Pil verranno compromesse da una crescita inferiore al previsto e un cammino più lento delle attese delle riforme strutturali fondamentali per rilanciare la competitività e la produttività?

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