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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2011 alle ore 12:39.

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Dopo la revisione dell'outlook da parte di Standard & Poor's «c'é stato un allargamento degli spread ma non più di altri Paesi europei». A margine di un convegno a Roma, Maria Cannata, direttore generale per il Debito pubblico del ministero dell'Economia torna sulla decisione dell'agenzia di rating americana. «Ci ha sorpreso - dice - anche perché non ci sono elementi di novità». E poi ha ha commentato l'aumento dello spread tra i Btp e i Bund di 10-15 punti base, salito a quota 180,1, contro il precedente 170,5 e 159,1 di una settimana fa. Per Maria Cannata metà di questo aumento è duvuto «all'innalzamento del nostro rendimento e l'altra metà per la discesa del rendimento del Bund tedesco, come accade quando ci sono queste fasi di flight to quality». In sostanza quindi il debito pubblico italiano non ha risentito più di tanto della revisione dell'outlook da parte di S&P. L'allargamento degli spread è più un effetto dell'incertezza su un'eventuale ristrutturazione della Grecia, che di timori sulla tenuta del debito pubblico italiano.

In giornata peraltro le altre due agenzie di rating Fitch e Moody's hanno confermato di non aver intenzione di cambiare nè il rating sull'Italia nè le prospettive sul merito di credito, che rimangono stabili. «Non c'è indicazione che il governo non riesca a centrare gli obiettivi di stabilizzazione delle finanze pubbliche», dice David Riley di Fitch. «Il governo procede come previsto». Restano dunque confermate le prospettive stabili e il rating sovrano "AA-" sull'Italia, superiore di un gradino rispetto al "A+" di Standard & Poor's che venerdì notte ha tagliato a "negative" le prospettive. Fitch - spiega Riley - non ritiene neppure vi sia un «impatto negativo» in termini di stabilità politica sul programma governativo di riduzione del deficit.

Sulla stesa linea Moody's. Un portavoce ha ribadito che il giudizio sull'Italia é "Aa2" con outlook stabile. Nel fine settimana S&P ha abbassato l'outlook sul rating italiano ('A+'), portandolo da stabile a negativo a causa delle deboli prospettive di crescita del Paese e dell'incertezza sull'impegno politico nelle riforme tese a migliorare la produttività. Sul tema della crescita economica è intervenuto anche il Commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn. «La crescita economica italiana è relativamente solida e il Paese è sul sentiero prestabilito per rispettare gli obiettivi di deficit» ha dichiarato.

Standard & Poor's intanto ha avvertito che potrebbe rivedere le prospettive di rating anche su Enel e Terna, dopo che sabato scorso ha abbassato a negative le prospettive (outlook) sul rating assegnato alle emissioni pubbliche dell'Italia. «Riteniamo che la revisione di outlook possa avere un effetto negativo sull'affidabilità creditizia delle utilities italiane Enel e Terna» si legge in un comunicato dell'agenzia. S&P precisa che conta di pubblicare il prima possibile una analisi più dettagliata sulle due società.

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