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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2011 alle ore 15:07.

Al via la stagione dei dividendi per Piazza Affari. Gli azionisti delle società quotate alla Borsa di Milano riceveranno nei prossimi giorni i frutti dei loro investimenti. Un ammontare complessivo di oltre 17 miliardi di euro, secondo i dati Bloomberg, che le società distribuiranno agli azionisti. Una cifra in progresso rispetto ai 13 miliardi dello scorso anno, ma solo poco più della metà dei 30 miliardi di tre anni fa.

Secondo gli esperti è comunque un segnale positivo, di ritorno alla normalità dopo il biennio di crisi, che ha messo a dura prova le imprese. E anche vero, però, che le società si sono concentrate soprattutto sui tagli dei costi e sulla razionalizzazione delle loro attività. Ora, se l'economia ripartirà, sono pronte per cogliere appieno le opportunità e tradurle in redditività. Resta, comunque, il fatto che la ripresa non si possa ancora dare per scontata. L'Ocse, proprio ieri, ha osservato che in Italia la recessione è stata più pesante rispetto alla maggior parte dei Paesi industrializzati e finora la ripresa è stata più debole. Le stime per la crescita del Pil indicano un incremento dell'1,4% in media l'anno nel periodo 2010-13 e quindi sarà necessario attendere il 2014 per tornare ai livelli pre crisi del 2007.

Tornando ai dividendi, i campioni per ammontare distribuiti sono ancora una volta Eni ed Enel. Nel primo caso il totale è di 3,622 miliardi, pari ad un euro per azione confermato anche per il 2011. L'a.d., Paolo Scaroni, ha infatti escluso la revisione della cedola per l'esercizio in corso. Eni potrebbe rivedere il suo dividendo solo nel caso in cui il prezzo del petrolio dovesse tornare a 70 dollari e se la crisi libica dovesse proseguire a lungo, ma comunque non prima del 2012. Nel caso di Enel l'ammontare complessivo del pay-out è di 3,147 miliardi, pari a 0,25 euro per azione. Beneficiari delle due cedole non saranno solo gli azionisti privati e gli investitori istituzionali, ma anche il Tesoro presente in Enel con il 31,244% e in Eni con il 3,34%, cui si somma poi la quota detenuta dalla Cassa Depositi e Prestiti. Lo Stato, poi, incasserà la quota parte dei dividendi da 776 milioni di Sna Rete Gas (partecipata al 50,031%), da 400 milioni di Terna (36,141% anche attraverso Cdp), da 263 milioni di Saipem (42,93%) e da 237 milioni di Finmeccanica (32,447%) per un totale complessivo di 2,8 miliardi.

Le cedole in crescita attirano anche gli investitori istituzionali stranieri, che si riposizionano sui titoli italiani, proprio a cominciare da Enel preferita ai comparable internazionali per la minore esposizione al nucleare. Ma non solo. Dall'estero si guarda anche a società considerate «best in class»: Autogrill che è ritornata al dividendo con 0,24 euro per azione; Luxottica con un dividendo di 0,44 euro con un incremento del 26% rispetto al 2009; Tod's con 2 euro per azione e un pay-out del 56% sull'utile.
Un settore, invece, che non brilla per cedole è quello immobiliare. A Piazza Affari sono due società su dieci hanno deliberato di distribuire un dividendo: Beni Stabili, che il 9 maggio distribuirà un dividendo di 0,022 euro per azione in crescita rispetto ai 1,5 centesimi staccati un anno prima, e Igd, il 23 maggio distribuirà un dividendo di 0,075 euro per azione (0,05 nel 2010).

Più in generale, dopo le 19 cedole staccate ad aprile, tra cui quella di Fiat (18 aprile), si è da lunedì scorso entrati nel pieno del periodo di accredito delle cedole. Solo lunedì scorso sono state staccate 12 cedole, su un totale che tra maggio, giugno e luglio arriverà a 126 dividendi dei 152 programmati da gennaio a luglio 2011. Il mese più fitto di appuntamenti è certamente maggio, quando le società quotate a Piazza Affari staccheranno 103 cedole, mentre la data più gettonata è il 23 maggio con il numero record di 64.

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