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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2011 alle ore 06:42.
Il sindacato dell'auto americano rimane grande azionista di Chrysler dopo che Fiat è salita al 46% della casa automobilistica americana. E dovrebbe restarlo anche dopo che, entro fine anno, Torino salirà al 51 per cento. La United Auto Workers avrà una forte partecipazione di minoranza almeno fino al collocamento in Borsa dell'azienda, una quota ottenuta in cambio di concessioni e in mano al fondo per l'assistenza sanitaria ai pensionati Veba. Questo fondo, che ha attorno al 45%, avrà il 41% quando Fiat avrà raggiunto la maggioranza. E, nei panni di azionista e di union, la Uaw sembra oggi puntare buona parte delle carte, per conto dei lavoratori, sul continuo rilancio dell'azienda dalla crisi.
Il banco di prova, per il sindacato e le case auto statunitensi, potrebbe diventare il prossimo contratto di lavoro del settore, da negoziare in estate. Chrysler potrebbe evitare eccessive tensioni: negli impianti vige l'impegno a non scioperare fino al 2015. L'azienda principale con cui la Uaw dovrà trattare è semmai Ford, capace di macinare più utili negli ultimi anni e di evitare amministrazione controllata e aiuti pubblici.
L'accordo in preparazione, inoltre, sostituirà il contratto del 2007 in scadenza a settembre, già documento di rottura sul costo del lavoro: aveva istituito salari dimezzati per i neoassunti. Una formula che potrebbe essere ampliata, affiancata da incentivi legati alla performance. L'obiettivo delle union, infatti, non appare tanto strappare miglioramenti economici immediati quanto riaprire impianti e aumentare iscritti. Nel caso Chrysler, sono stati riassunti in seimila dall'amministrazione controllata.
Parte del sindacato, in realtà, auspica strategie più combattive. Crede che i profitti ritrovati dalle grandi di Detroit debbano tradursi in passi avanti per i dipendenti. Il presidente della Uaw Bob King ha attaccato i compensi dei top executive, a cominciare dai 26,5 milioni intascati per il 2010 da Alan Mulally di Ford. E la Local 685, sezione sindacale di quattro impianti Chrysler a Kokomo, si è data la priorità d'un recupero di benefit per cure dentistiche e oculustiche per i pensionati. Il clima, tuttavia, non sembra destinato a surriscaldarsi: c'è coscienza diffusa che la ripresa del mercato resta fragile. E i toni sono moderati sul contratto. «I lavoratori devono essere ricompensati per i sacrifici – ha detto King – Ma senza danni per la competitività delle aziende».
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