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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2011 alle ore 12:55.

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L'ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio (Olycom)L'ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio (Olycom)

Arrivano le condanne per Fazio, Fiorani e Consorte per la vicenda della tentata scalata ad Antonveneta da parte di Bpi. I giudici della seconda sezione penale del tribunale di Milano hanno punito l'ex governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio a 4 anni di reclusione e un milione e mezzo di euro di multa per aggiotaggio, mentre l'ex ad della banca lodigiana Gianpiero Fiorani è invece stato condannato a un anno e 8 mesi di reclusione.

L'ex presidente di Unipol Giovanni Consorte ha ricevuto una condanna a 3 anni di reclusione (più un milione di multa) e il senatore Luigi Grillo a 2 anni e 8 mesi (sempre per aggiotaggio). Condannato anche il vice di Consorte, Ivano Sacchetti. A Unipol invece, per responsabilità oggettiva, saranno confiscati 39 milioni di euro, e in più è arrivata una multa di 900mila euro.

Particolarmente salata la sanzione ad Antonio Fazio (che ha fatto sapere oggi, dopo la sentenza, attraverso i suoi legali di aver «sempre operato per il bene» e di essere convinto che «questa sentenza vada riformata»). L'ex numero uno di palazzo Koch è stato condannato anche a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, mentre per due anni non potrà contrattare con la pubblica amministrazione. È la prima volta che un governatore di Bankitalia viene condannato in un processo penale. Assolto invece l'ex capo della Vigilanza di Bankitalia Francesco Frasca. Condannato (2 anni e 8 mesi) anche l'immobiliarista Luigi Zunino.

«Purtroppo è una sentenza che fa giustizia a metà perché da un lato riteniamo ingiusta la condanna del dottor Fazio mentre siamo soddisfatti per l'assoluzione del dottor Frasca», ha commentato a caldo l'avvocato Roberto Borgogna, legale dell'ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio
e dell'ex capo della vigilanza Frasca.

«Fiorani in aula ha detto solo la verità, il suo non è stato un racconto inventato ed evidentemente ha convinto il Tribunale». Lo ha detto l'avvocato Carlo Cicorella, che insieme al collega Michele Apicella difende l'ex amministratore delegato di Banca popolare Italiana.

Si chiude così il primo capitolo del processo cominciato a Milano nell'autunno del 2008, a sei anni di distanza dal tentativo della Bpi di scalare Antonveneta cercando di "scipparla" agli olandesi di Abn-Amro.

I capi d'accusa
Oggi l'atto finale con la sentenza della seconda sezione penale, presieduta da Gabriella Manfrin, nei confronti dei 17 imputati, accusati a vario titolo di aggiotaggio, ostacolo all'attività degli organi di vigilanza e appropriazione indebita, e di due società. Il processo è cominciato il 23 ottobre 2008 e vedeva alla sbarra, oltre a Fiorani e Fazio, anche l'allora capo della vigilanza di via Nazionale, Francesco Frasca, il senatore del Pdl Luigi Grillo, gli ex vertici di Unipol Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti, il consulente finanziario Bruno Bertagnoli, l'immobiliarista Luigi Zunino, e anche l'ex calciatore Gianpiero Marini.

Le richieste dell'accusa
I giudici sono entrati in camera di consiglio intorno alle ore 10 dopo aver constatato che la Procura non avrebbe replicato. Tre anni di reclusione e 100mila euro di multa la condanna chiesta dal pm Eugenio Fusco per l'ex governatore della Banca d'Italia. Un anno e tre mesi per Giampiero Fiorani, l'ex numero uno della Banca Popolare di Lodi che tentò la scalata ad Antonveneta: pena chiesta in continuazione con i tre anni e tre mesi che Fiorani ha già patteggiato in relazione ad altre imputazioni. Tre anni era la richiesta per gli ex vertici di Unipol, Gianni Consorte e Ivano Sacchetti.

Fazio: ho sempre operato per il bene
«Sono sicuro di avere sempre operato per il bene e sono convinto che questa sentenza vada riformata». Sono alcune delle constatazioni che l'ex governatore di Banca d'Italia, Antonio Fazio, ha fatto al telefono con uno dei suoi legali, commentando la sentenza del tribunale di Milano. Uno dei suoi difensori l'avvocato Roberto Borgogno ha spiegato che l'ex governatore vive questa sentenza come «una grande ingiustizia».

Il legale ha aggiunt: «A nostro avviso è una sentenza che va rivista e riteniamo che la pena più grave per Fazio si giustifica per la sua posizione istituzionale». Rispondendo alle domande dei cronisti il difensore ha ribadito che la sentenza è «ingiusta nel merito e nelle dimensioni. Credo, inoltre, abbiano ritenuto attendibili le dichiarazione del dottor Fiorani rese in questo processo e che per noi sono inattendibili». L'ex ad di Bpi Fiorani durante il suo interrogatorio in aula, aveva infatti puntato il dito contro l'allora "amico" e numero uno di via Nazionale Antonio Fazio.

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