Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2011 alle ore 08:00.

My24
Antonio Vigni. Direttore generale di Banca MpsAntonio Vigni. Direttore generale di Banca Mps

«Il giudizio positivo sulla specificità del modello bancario italiano, attivo sul territorio a sostegno dell'economia reale, ci conforta. Così come il riconoscimento della solidità del sistema che, soprattutto dopo gli aumenti di capitale, si è ancora rafforzata. Ma a me sembra importante l'attenzione dalla Vigilanza sul fatto le nuove regole internazionali sul capitale tengano conto della specificità delle banche italiane». Antonio Vigni, direttore generale di Banca Mps, ha da poco finito di ascoltare le ultime Considerazioni Finali del Governatore di Bankitalia Mario Draghi. I primi commenti, soddisfatti per il tono positivo nei confronti delle banche, li condivide con il presidente di Mps e dell'Abi Giuseppe Mussari. Non solo per quanto detto detto da Draghi sugli istituti di credito, ma anche sulla necessità di crescita del Paese e degli accenti posti sul tema del miglioramento, anche nel settore bancario, della produttività del lavoro.

Partiamo da Basilea 3 e dagli aumenti di capitale. Draghi dice: non è vero che questo comporterà più costi per la clientela. Sarà davvero così?
Gli aumenti di capitale riaprono per le banche la sfida della redditività, perchè il capitale va remunerato. Ma è evidente che questo non può essre fatto, ribaltando i costi sulla clientela. La strada obbligata per il sistema è quella dell'efficenza interna. In Mps questo tema lo abbiamo ben presente e affrontato da tempo. Il lavoro di riorganizzazione degli ultimi tre anni ha determinato una riduzione ricorrente di costi per 500 milioni.

Draghi invita a «razionalizzare le reti». Ma c'è amcora spazio per risparmiare sui costi?
Quella è la strada, dobbiamo andare ancora avanti. Nel piano triennale noi prevediamo ancora un calo dei costi.

Il Governatore sostiene che la crescita deve arrivare anche da un aumento della produttività. Per le banche è possibile?
Produttività, alla fine, è fare di più con meno. Noi in Mps negli ultimi anni abbiamo ridotto di 2.700 unità gli organici netti e, nel frattempo, siamo cresciuti sia come quote di mercato che come clienti. La speranza è che, in sede di dialogo Abi-sindacati, si arrivi anche a forme di accordo per agganciare gli stipendi dei bancari alla produttività.

Le banche italiane, pur adeguandosi da subito ai nuovi ratios patrimoniali, continuano a contestare Basilea 3. Perchè?
Senza alcuna volontà polemica, vogliamo che nel confronto internazionale sulle nuove regole si tenga conto della peculiarità dei nostri attivi, in gran parte crediti alle piccole e medie imprese, con una adeguata ponderazione dei rischi. Domani (oggi per chi legge, ndr) una delegazione italiana composta da Abi, Confindustria e Rete Imprese presenterà al commissario Ue Antonio Tajani la proposta italiana da discutere con il commissario Michel Barnier.

In concreto cosa chiedete? E che impressione ha avuto oggi dalle parole di Draghi sul tema?
Non solo le banche, ma l'intero sistema produttivo italiano chiede che si tenga conto delle nostre peculiarità e che non venga aggravata Basilea 2. Dal Governatore è arrivato un segnale importante in questa direzione quando ha detto che la Vigilanza opera «nelle sedi internazionali» perché «le nuove e più severe regole internazionali tengano nel debito conto le specificità delle banche italiane».

Entro il 2012, ha detto Draghi, scadrà un terzo delle obbligazioni bancarie in circolazione. Con il costo del funding che sale per le tensioni sui debiti sovrani, il rifinanziamento sarà un problema?
Credo che sia gestibile, perché abbiamo un mercato domestico che assorbe bene l'offerta e perché nel corso degli anni abbiamo dimostrato di saper gestire bene le diverse fonti di funding. Ma soprattutto perchè siamo fiduciosi sui fondamentali dell'Italia, come dimostra l'andamento dei cds negli ultimi due mesi.

Alle imprese Draghi dice: serve più capitale, dimensioni maggiori anche con aggregazioni. Cosa possono fare le banche?
Noi e le imprese abbiamo davanti una strada comune. È vero, alle imprese serve più capitale. Le banche, che già hanno spinto per modifiare i finanziamenti da breve a medio-lungo termine, devono accentuare la funzione di consulenza e, in questo senso, dare un contributo alle aggregazioni. Che sono necessarie ma per ora se ne vedono poche. Piuttosto, credo molto allo sviluppo di strumenti come il fondo per le Pmi promosso con la Cdp. E il private equity, che si sta diffondendo anche tra le piccole e medie imprese. Stiamo facendo un roadshow in Italia proprio per questo e c'è molto interesse.

Commenta la notizia

Listino azionario italia

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Principali Indici

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Shopping24

Dai nostri archivi