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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2011 alle ore 07:52.
A un passo dall'accordo con la troika per un nuovo prestito l'agenzia Moody's ha tagliato ieri sera il rating della Grecia di tre gradini da B1 a Caa1, assegnando un outlook negativo al merito di credito del Paese perché il «rischio debito è fuori controllo». In sostanza Moody's considera aumentato il rischio di fallimento senza l'intervento di una ristrutturazione del debito.
L'ennesima mazzata dell'agenzia di rating è arrivata mentre ad Atene si registrava un nuovo rinvio per il via libera alla quinta tranche da 12 miliardi e a un prestito bis da 60-70 miliardi per il biennio 2012-2013.
In cambio il governo tedesco del cancelliere Angela Merkel avrebbe ottenuto il coinvolgimento delle banche private nel rinnovo volontario dei bond greci in scadenza, sullo stile dell'"Iniziativa di Vienna" che salvò nel 2009 i paesi dell'Europa centro orientale mentre domani il premier greco George Papandreou sarà a Lussemburgo per incontrare il suo omologo Jean-Claude Juncker, nonché presidente dell'Eurogruppo.
Una situazione di estrema tensione in cui si è inserita la notizia che slitteranno dalla fine di giugno alla prima settimana di luglio gli stress test promossi dall'Eba, l'Autorità di controllo delle banche dell'Unione Europea, su 90 istituti di credito del Vecchio Continente. Il motivo dello slittamento degli stress testa bancari sembrerebbe collegato nell'esigenza dell'Autority di chiedere informazioni supplementari sull'esposizione delle banche europee proprio verso la Grecia che ha un debito di 340 miliardi di euro.
Intanto ad Atene ieri i tecnici della troika di Ue, Fmi e Bce stanno facendo «buoni progressi» nelle discussioni con la Grecia, per verificarne i passi avanti e quelli ancora da compiere sul programma di risanamento dell'economia da tre anni in recessione, ha affermato il portavoce del commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn, Amadeu Altafaj, aggiungendo che le conclusioni dei tecnici sulla situazione sono attese nei prossimi giorni». «Facciamo buoni progressi - ha riferito al Sole 24 ore Altafaj - non ci sono grandi disaccordi, ma resta del lavoro da fare».
In realtà si era giunti vicinissimi alle battute finali di un'intesa ma ci si è scontrati sulla stesura dell'accordo che prevede meccanismi concreti per assicurare i tagli al bilancio, nuove riduzioni ai salari dei dipendenti pubblici e tagli di posti di lavoro nelle aziende pubbliche (un tabù finora in Grecia), oltre alla definizione dello statuto dell'Agenzia che dovrà controllare in autonomia sullo stile della agenzia che venne usata nella Germania orientale il piano da 50 miliardi delle privatizzazioni. La pressione politica su Atene è fortissima, da Bruxelles si ripete che tutti, Governo e opposizione, devono fare presto e che non c'è più molto tempo da perdere.
Contemporaneamente a Vienna si è tenuta una riunione di sherpa per valutare la situazione del piano bis di aiuti al Paese. Ci si muove su due piani: da Atene deve arrivare il parere della troika, determinante per il via libera alla quinta tranche da 12 miliardi (di cui un terzo a carico dell'Fmi), attesa entro il 29 giugno, mentre a Vienna si prepara il secondo intervento che dovrebbe dare fiducia ai mercati che guardano con apprensione al 2012 quando Atene non potrà tornare sui mercati.
La Grecia infatti chiederebbe un'estensione dei sostegni, che implicherebbe altri 60-70 miliardi di euro, visto che le tensioni sui suoi titoli di Stato le precludono un suo parziale ritorno a rifinanziarsi sul mercato nel 2012.
Prima dunque deve arrivare la decisione della troika mentre il via libera finale arriverà poi dai ministri delle Finanze dell'Eurozona, che dovrebbero incontrarsi a Bruxelles prima della data del 20 giugno fissata ufficialmente.
Da Berlino, Martin Kotthaus, portavoce del ministero delle Finanze tedesco, ha assicurato che i creditori privati dovranno contribuire alla soluzione del debito greco. L'ipotesi è quella del rinnovo (roll over) volontario da parte delle banche private dei bond greci giunti a maturazione con titoli di nuova emissione. «Se i contribuenti dovranno prepararsi a dare più ossigeno alla Grecia - ha detto il portavoce, riferendosi a possibili nuovi aiuti ad Atene - è naturale che anche i creditori privati partecipino ad un simile progetto. Non posso dire - ha precisato Kotthaus - come tutto ciò si concretizzerà al momento, finché non avremo il rapporto della troika».
Il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha rilanciato l'"Iniziativa di Vienna", cioè il piano di coinvolgimento delle banche private, che nel 2009 ha evitato il crollo dell'Europa centro-orientale.
Rehn ha sostenuto che per salvare Atene occorre una drastica serie di sacrifici come quelli adottati negli anni 90 dal Belgio e l'impegno dei creditori privati a sostituire i bond governativi giunti a maturazione con titoli di nuova emissione. Non c'è tempo da perdere: Atene è a solo due gradini dal default.
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