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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2011 alle ore 08:00.
Riassetti in vista nella 'galassia del Nord', a partire da Rcs per continuare con Mediobanca. La questione più urgente è la riorganizzazione di Rcs, in vista dell'assemblea che il 20 aprile è stata chiamata a vararla. Oggi il via alle danze con la riunione, a partire dalle 15.30, del patto di sindacato della casa che edita il «Corriere della Sera».
La settimana prossima dovrebbe riunirsi invece il comitato esecutivo, mentre il consiglio di Rcs Mediagroup potrebbe tenersi nella settimana che inizia con l'assemblea. In mattinata, prima di recarsi alla Scala per l'annuncio ufficiale dell'ingresso nella Fondazione come socio sostenitore, Diego Della Valle, azionista nel patto sia di Rcs che di Piazzetta Cuccia, è stato a colloquio con l'ad di Mediobanca, Alberto Nagel.
Il progetto annunciato è l'accorpamento delle società italiane del gruppo sotto un unico tetto, con la conseguente semplificazione dell'organigramma societario. Riassetto, sponsorizzato da Mediobanca dopo l'uscita di Cesare Geronzi dal cda della Rcs Quotidiani, che giocoforza comporterà la ridefinizione di un nuovo equilibrio, non potendo prescindere dalle poltrone che diminuiscono. Probabilmente - sarebbe questo l'orientamento prevalente tra i grandi soci - la Libri - presieduta dall'ex direttore del Corriere Paolo Mieli - manterrà autonomia societaria e relativi organi. Con la fusione delle società nella capogruppo, saranno invece cancellati i cda di Rcs Quotidiani e Rcs Periodici. Nel primo siedono i pesi massimi: il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa-Sanpaolo Giovanni Bazoli, l'ex presidente Fiat Luca Montezemolo, l'imprenditore della Tod's Diego Della Valle, il presidente del patto Giampiero Pesenti, il presidente Pirelli Marco Tronchetti e l'ad del gruppo editoriale Antonello Perricone. Dei maggiori soci restava fuori solo il gruppo Ligresti che però con Massimo Pini esprimeva la vice-presidenza di Rcs Periodici. Nel riassetto restano da definire le posizioni di Montezemolo e Pini che, a differenza degli altri consiglieri, non sono già presenti o nel board della holding o nel patto. È possibile che il tema possa rientrare tra le questioni aperte di cui discutere oggi nella riunione del patto. Ad ogni modo, a breve non sono previsti aggiustamenti nel consiglio di Rcs Mediagroup.
Sistemata la partita Rcs, si avvieranno poi le discussioni sul rinnovo del patto di sindacato di Mediobanca. Il preannuncio è arrivato dal presidente di UniCredit, nonchè vice-presidente di Piazzetta Cuccia, Dieter Rampl, anche se al momento non risultano ancora convocate riunioni. «Abbiamo detto con Mediobanca - ha spiegato Rampl a margine della consegna delle borse di studio di Unicredit & Universities Foundation - che nelle prossime due settimane inizieremo le discussioni. Sappiamo che il patto scade a fine anno e abbiamo l'assemblea in ottobre che deve anche rinnovare il cda». Sull'ipotesi di un possibile ingresso delle fondazioni azioniste di Mediobanca nel patto Rampl si è limitato a osservare: «Che dire? Prendere Unicredit come esempio: abbiamo delle Fondazioni e sono buoni membri del nostro azionariato, anche se non abbiamo un patto. Tutto il resto va esaminato e discusso». Anche in Mediobanca le Fondazioni, rappresentate in consiglio da Marco Parlangeli, sono presenti in forze: c'è la Cariverona con oltre il 3%, Carisbo con il 2,5%, Mps con l'1,9%, Crt con lo 0,6% e Padova-Rovigo con lo 0,5%. Allo stato non sono previsti però grandi cambiamenti nel sindacato che riunisce il 44,34% del capitale. Vincent Bollorè, capofila della cordata transalpina che ha vincolato il 10%, avrebbe ribadito l'intenzione di confermare l'impegno per il prossimo biennio. E nel gruppo delle banche, se Sal Oppenheim (1,7%) è data in uscita, è in forse che Commerz possa fare altrettanto.
Intanto Mediobanca sta lavorando alla riorganizzazione interna della banca d'affari con l'ausilio di Oliver & Wyman, mentre a Boston consulting dovrebbe essere affidato un progetto relativo alla struttura informatica dei mercati.
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