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Questo articolo è stato pubblicato il 15 giugno 2011 alle ore 12:12.

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Salvare la Grecia vuol dire salvare le banche francesi e tedesche e (l'euro)Salvare la Grecia vuol dire salvare le banche francesi e tedesche e (l'euro)

L'Europa ha deciso di rinviare ancora una volta la decisione sul secondo piano di aiuti da 100 miliardi di euro alla Grecia, alle prese con l'ennesimo, il decimo in un anno, sciopero generale e con una maggioranza di 156 deputati che perde pezzi. Da registrare l'abbandono di due esponenti socialisti che si rifutano di votare il pacchetto di nuove misure di austerità. Ma rinviare significa solo non voler capire che salvare il debito della Grecia vuol dire anche salvare i bilanci delle banche europee, francesi e tedesche in primis. Lo ha capito benissimo l'agenzia di rating Moody's che ha sottolineato questo aspetto evidente ma politicamente poco gestibile, soprattutto in Germania.

Le banche francesi sono «meno esposte» nei confronti della Grecia rispetto a quelle tedesche, ha affermato il ministro francese per gli Affari europei, Laurent Wauquiez, minimizzando la minaccia di Moody's di abbassare il giudizio su tre banche francesi alla luce della loro esposizione verso la Grecia. «Non bisogna confondere la situazione», ha detto il ministro alla radio France Info, dopo che l'agenzia di rating ha parlato della possibilità di tagliare il giudizio su Bnp Paribas, Société Générale e Crédit Agricole.

«Le banche francesi hanno delle esposizioni in Grecia, legate all'economia greca, che sono perfettamente pubbliche, quindi non c'é nulla da nascondere e inoltre il settore bancario francese è meno esposto di quello tedesco», ha continuato. Stando alle cifre pubblicate il 6 giugno scorso dalla Bri, la Banca dei regolamenti internazionali, le banche tedesche alla fine del 2010 avevano circa 15,3 miliardi di euro di debito pubblico greco, contro i 10,5 miliardi di quelle francesi. «Credo che su questo tema servano calma e serenità», ha proseguito il ministro, concludendo che «se ristrutturare significa che il Paese non rimborserà il suo debito, questo non fa parte del vocabolario francese».

Wauquiez ha minimizzato il tema, ma non ha potuto negare che il problema greco è europeo: salvare Atene significa salvare le banche europee e l'euro. Prima si fa e meglio è per tutti. il presidente Sarkozy e il cancelliere Merkel a Berlino non avranno scelta: dilazionare la soluzione farà solo aumentare i costi totali dell'operazione per i contribuenti europei. Coinvolgere in corsa e in modo abborracciato gli obbligazionisti contiene più rischi che vantaggi. Almeno per ora.

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