Evangelos Venizelos, nuovo ministro delle Finanze greco (Afp)

Sacrificare gli amici fidati, coinvolgere gli oppositori interni al partito per unificare il Pasok, la formazione di maggioranza, dopo che è fallito il tentativo di formare un Governo di unità nazionale per l'irresponsabilità dei conservatori di Nea Demokratia di Antonis Samaras.

Così al premier George Papandreou per sopravvivere non è rimasto che tentare di rafforzare l'esecutivo che ha 155 deputati su 300 cercando di coinvolgere i ribelli interni al partito che avevano minacciato defezioni. Con il rimpasto deciso ieri, il premier socialista ha portato in tre ministeri chiave altrettanti esponenti del Pasok che in passato hanno conteso la sua leadership e che lo logoravano dall'interno. Lucas Papademos, ex vice presidente della Bce, tecnico di cui si era fatto il nome alla vigilia, è rimasto fuori dai giochi.

Papandreou, che ha ricevuto ieri il plauso della Casa Bianca per la «determinazione dimostrata nella crisi», ha nominato Evangelos Venizelos nuovo ministro delle Finanze al posto di Georges Papaconstantinou, che passa all'Ambiente, diventato il capro espiatorio della politica di sacrifici voluta dalla Ue e dall'Fmi. Già ministro della Difesa, Venizelos, 54 anni, che è stato anche nominato vice-premier al fianco dell'attuale vice premier Theodoros Pangalos, avrà il compito di gestire la crisi, facendo passare in Parlamento un pacchetto di tagli alla spesa pubblica di 28 miliardi da realizzare tra il 2012 e il 2015. «Vado alla guerra vera», è stato il suo primo commento alla nomina.

Papaconstantinou era accusato di aver fallito sul fronte della lotta all'evasione fiscale e sull'incremento delle entrate e di voler privatizzare i servizi pubblici che asciugano una fonte di consenso elettorale per i politici.

Il premier ha allontanato dagli Esteri Dimitris Droutsas, per sostituirlo con l'europarlamentare socialista Stavros Lambrinidi. Via anche il fedelissimo Yiannis Ragousis dall'Interno, che sarà guidato dall'ex guardasigilli Haris Kastanidis.

All'indomani di una nuovo sciopero generale contro il piano di austerity, la sostituzione di uno dei ministri più contestati dalla piazza (quello delle Finanze, appunto, Papaconstantinou) potrebbe però non bastare a riportare la pace sociale né a far tornare i conti visto che secondo gli analisti di Ubs la manovra in cantiere non basterà a riportare il deficit al 7,4%. Martedì il Governo Papandreou bis andrà al voto di fiducia in Parlamento mentre ieri la Borsa di Atene ha apprezzato chiudendo con +3%.

Venizelos, che aveva corso per il posto di segretario del Partito socialista contro Papandreou nel 2007, è diventato il nuovo punto di riferimento per l'economia di un Governo più asciutto in cui il numero di sottosegretari è stato notevolmente abbassato. Costituzionalista, ha studiato in Francia e ha guidato i preparativi delle Olimpiadi di Atene nel 2004. Che Papaconstantinou fosse destinato a lasciare era nell'ordine delle cose: molto apprezzato e conosciuto all'estero (ha lavorato all'Ocse), era criticato dalla base del partito di Governo che lo accusava di essere un tecnocrate poco sensibile agli umori dell'opinione pubblica.

Due dei principali artefici della difficile politica di riforme strutturali e tagli al welfare, il ministro della Sanità Andreas Loverdos (che ha fatto un ottimo lavoro ridando efficienza agli ospedali, riducendo sprechi e corruzione) e il sottosegretario del Lavoro George Koutroumanis vedono il loro portafoglio invece molto rafforzato. Ex professore di Sanità pubblica alla London School of Economics, Elias Mossialos è il nuovo portavoce dell'Esecutivo. Ora la squadra è pronta per una partita sempre più difficile.

©RIPRODUZIONE RISERVATA