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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2011 alle ore 06:43.
MILANO - Intesa Sanpaolo completa la cessione di Findomestic a Bnp Paribas, mettendo a segno un impatto positivo sui conti del secondo trimestre. Ca' de Sass ha annunciato ieri di aver venduto all'istituto francese (che già controlla il 75% della società) il restante 25% che deteneva attraverso Banca Cr Firenze. Il perfezionamento della cessione, per un corrispettivo di 629 milioni di euro, non è soggetto ad autorizzazione ed è atteso entro la fine di questa settimana.
L'azienda fiorentina di credito al consumo, nata più di 25 anni fa come joint paritetica tra il gruppo parigino e la Cassa di Risparmio del capoluogo toscano, passa così totalmente nelle mani della controllata del gruppo francese Bnp Paribas Personal Finance. L'operazione, condotta dalla direzione operazioni strategiche e progetti speciali di Intesa Sanpaolo, guidata da Giovanni Gilli, ha un impatto positivo di circa 130 milioni sull'utile netto consolidato del gruppo nel secondo trimestre e di circa 11 centesimi di punto a livello di Core Tier 1.
La cessione della quota rimanente di Findomestic, seppure originata dall'accordo sottoscritto due anni fa con Bnp Paribas, si inserisce nel solco del rafforzamento patrimoniale deciso nell'ultimo piano aziendale di Intesa per permettere al gruppo di allinearsi pienamente alla normativa di Basilea III, anche dismettendo asset non strategici.
La banca ha fissato come target per il 2011 proforma un common equity ratio (il parametro indicato da Basilea III quale riferimento per la solidità patrimoniale delle banche, di fatto un Core Tier 1 più completo) di circa il 10%. Il parametro, sempre secondo il piano industriale del gruppo, dovrebbe mantenersi al 10% sia al 2013 proforma sia al 2015 proforma, considerando le cessioni e le acquisizioni in corso di finalizzazione.
Colonna portante del piano è ovviamente l'aumento di capitale da 5 miliardi di euro che ieri ha visto concludersi, con l'integrale sottoscrizione, l'offerta in opzione delle azioni ordinarie. Tra il 23 maggio e il 10 giugno, indica una nota del gruppo, sono stati esercitati diritti di opzione pari al 99,8% del totale delle azioni offerte. Le Fondazioni azioniste hanno fatto la propria parte, sottoscrivendo in virtù degli impegni assunti, le azioni ordinarie loro spettanti, corrispondenti a quasi il 25% dell'aumento.
Inoltre, ha spiegato Intesa, tutti i diritti non esercitati al termine del periodo di offerta sono stati venduti il 15 giugno, attraverso Banca Imi e sono stati successivamente esercitati entro la data di ieri con la sottoscrizione di un numero di azioni pari allo 0,20% dei titoli offerti© RIPRODUZIONE RISERVATA.
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