di Elysa Fazzino
Per i francesi, è praticamente fatta: Lactalis "sta per ottenere le chiavi di Parmalat" (Les Echos) e "si appresta a diventare il numero uno mondiale del latte" (Le Monde). La presa di potere del colosso lattiero-caseario francese è in evidenza sulla copertina online dei quotidiani d'Oltralpe, in attesa dell'assemblea degli azionisti del gruppo di Collecchio.

"Con Parmalat, Lactalis estende il suo impero lattiero", titola sulla homepage del suo sito Les Echos. Senza neppure aspettare la fine dell'Opa, gli azionisti di Parmalat chiamati a votare il rinnovo del consiglio d'amministrazione dovrebbero dare al gruppo francese "i mezzi per imporre il suo punto di vista" nonostante abbia appena il 29% del capitale.
Salvo sorprese dell'ultimo minuto, Lactalis "prenderà il potere" all'interno del concorrente italiano: dovrebbe poter nominare nove degli undici membri del Cda di Parmalat. Tra i suoi nove candidati figurano Daniel Jaouen, il direttore generale dell'impresa di Laval, Olivier Savary, il direttore finanziario, e Antonio Sala, attuale capo di Lactalis in Italia. Gli altri sei sono investitori italiani indipendenti. Gli altri due amministratori rappresenteranno gli interessi degli azionisti di minoranza.

Uno dei grandi eventi della giornata – sottolinea Les Echos - sarà la partenza dell'ad di Parmalat Enrico Bondi. Artefice del raddrizzamento del gruppo, "farà la riverenza con l'aureola di un bel successo". Il quotidiano cita due nomi che circolano come futuro amministratore delegato: Franco Tato, ex presidente Enel, e Antonio Sala. "La scelta è fatta", dicono a Laval, senza sbilanciarsi. Emmanuel Besnier, capo di Lactalis, "non figura nella lista dei pretendenti".

La tappa seguente sarà la chiusura dell'Opa, l'8 luglio. "Gli azionisti hanno ancora una decina di giorni per aderire all'offerta di 2,60 euro per azione sul 71% del capitale", ricorda Les Echos. Parmalat – aggiunge - ha giudicato l'offerta insufficiente per raccomandarla ai suoi azionisti.

Nonostante la volontà dei poteri pubblici di Roma di mantenere Parmalat nel girone italiano, non è stata presentata nessuna controfferta e – prosegue il quotidiano - ci sono poco sorprese da attendersi da questo lato. Nessun motivo, dunque, per Lactalis, di alzare i prezzi". Finora, sono andati all'Opa 24 milioni di titoli, circa il 20% del capitale (tra cui i titoli di Intesa Sanpaolo, che era stata per qualche settimana punta di lancia di una possibile cordata anti-francese).

Les Echos annuncia con un altro titolo il "nuovo campione mondiale del latte": con Parmalat, Lactalis potrebbe salire al primo posto del settore del latte, secondo Rabobank, anche se ufficialmente resterà come numero due dopo Nestlè (che produce anche gelati e alimenti per bebè).
La fusione Lactalis-Parmalat, secondo il quotidiano, conferma l'avanzamento degli industriali europei nel mondo del latte, grazie alle concentrazioni. Una fusione che, secondo Rabobank, "potrebbe annunciarne altre", in Francia e soprattutto in Germania.

Sempre su Les Echos, un dossier intitolato "Patriottismo economico, la tentazione?" evoca la crociata per difendere "l'italianità" di Parmalat, fino alla pacificazione annunciata dopo un vertice a Roma tra Nicolas Sarkozy e Silvio Berlusconi.

Anche Le Monde mette in risalto sulla homepage l'ascesa di Lactalis. "Il gruppo francese deve prendere il controllo di Parmalat" nel corso dell'assemblea del gruppo italiano, "epilogo di un'offensiva di parecchi mesi che ha provocato una levata di scudi in Italia".
Il gruppo della famiglia Besnier "non ha dovuto aspettare la fine della sua offerta pubblica d'acquisto", nota il quotidiano. Il capitale è molto frammentato tra numerosi fondi d'investimento e Lactalis, con il suo 29%, "dovrebbe poter conquistare nove seggi su undici del consiglio d'amministrazione".

"Mettendo la mano su Parmalat", risollevato dal fallimento del 2003, Lactalis – conclude Le Monde - intende diventare il primo gruppo mondiale del settore lattiero con un fatturato annuo di circa 14 miliardi di euro.

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