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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2011 alle ore 12:57.

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Il calo del 4% registrato in giugno ha sancito per Apple un brusco, certo non drammatico, risveglio: il primo semestre 2011 è stato per il titolo della società della Mela il peggiore degli ultimi tre anni.

Perché questa involuzione? La spiegazione, sintetica, che ne danno alcuni analisti americani è duplice e coincide con l'attesa per il lancio dei nuovi prodotti e in particolare il nuovo iPhone (che potrebbe arrivare solo entro fine anno o comunque non prima di settembre) e la preoccupazione che agiterebbe vari investitori, preoccupati del fatto che l'inarrestabile ascesa di Google negli smartphone rallenterà la crescita della casa di Cupertino.

Il valore delle azioni di Apple ha in effetti subito un significativo rallentamento, quantificabile nella misura dell'8%, dal 16 febbraio di quest'anno, quando Wall Street registrò il picco record di oltre 363 dollari. L'altro dato che ha indotto a qualche speculazione riguarda invece la data del 14 gennaio, l'ultimo giorno di contrattazioni prima dell'annuncio della terza forzata assenza per malattia di Steve Jobs: il calo a fine giugno, in questo caso, è del 4,1%. Qualche azionista, in tal senso, non fa mistero che la precaria salute del Ceo costituisca un problema per il futuro prossimo di Apple ma è anche vero che gli utili della casa californiana sono aumentati del 75% nel corso degli ultimi due trimestri fiscali. Anche con Jobs fermo ai box. Gli investitori, in buona sostanza, non possono dimenticare che oggi Apple è seconda nella classifica S&P 500 dietro Exxon Mobil e alla fine del 2010 aveva quadruplicato il proprio valore di mercato in Borsa rispetto all'inizio di gennaio del 2007, anno che vide il debutto del primo iPhone. il punto è capire, ora, come si comporterà il titolo nei prossimi mesi: se vivrà ulteriori impennate come qualcuno ha pure previsto (si parla di una possibile quotazione di 457 dollari entro fine anno) oppure se si manterrà sui livelli attuali in attesa delle attese novità di prodotto.

Molti analisti sono quindi convinti che il futuro prossimo del titolo Apple sia legato a filo doppio con l'avvento sul mercato del nuovo iPhone. Il melafonino, stando agli ultimi dati resi noti da Nielsen, ha catturato a maggio il 27% delle vendite di telefonini intelligenti negli Stati Uniti, mentre ad Android è andato il 38% e ai BlackBerry il 21%. La piattaforma mobile di Google (secondo Idc) è però accreditata di questa share anche su scala mondiale, mentre quella dello smartphone di Apple scende in questo caso sotto il 20%. E da qui le "preoccupazioni" di cui sopra. Ci sono però alcuni numeri che ridimensionano, alla fine, il problema: i profitti di Apple nel terzo trimestre, stando alle ultime indicazioni elaborate da Bloomberg, potrebbero salire del 66% a 5,4 miliardi di dollari, con ricavi in crescita del 57% a 24,7 miliardi. Risultati che, se confermati, getterebbero nuove ombre sulle performance della concorrenza, Google naturalmente in testa.

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