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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2011 alle ore 07:55.

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Le grandi multinazionali si sono già lasciate alle spalle la crisi innescata dalla finanza. La panoramica fornita dallo studio di R&S-Mediobanca, che copre 375 gruppi dell'industria e dei servizi di tutto il mondo, rivela che il giro d'affari dei big internazionali è a un passo dall'agguantare i livelli del 2008, ma quanto a redditività il calendario è già stato riportato indietro di due anni (e i dati del primo trimestre di quest'anno confermano il trend). Ma in questo quadro roseo sono le multinazionali tricolori l'eccezione in negativo.

Il recupero del 2010
A livello globale, la crescita dei ricavi per le multinazionali industriali è stata del 15,2% lo scorso anno. L'Europa è cresciuta più del Nord-America - +15,4% contro +13,8% - ma è l'area emergente russo-asiatica a dare stacco a tutti con un incremento del fatturato del 27,6%. Anche il resto del mondo - Africa, Sud-America e Australia - si è dato da fare con un progresso del 20,5%. Risultato: rispetto all'ultimo esercizio pre-crisi - quello del 2008 - il livello delle vendite è sotto di appena il 5% in Europa e del 7% in Nord-America, mentre Russia e Asia hanno spiccato il volo con il 23% dei ricavi in più di due anni fa. Già complessivamente in linea con il 2008, invece, il livello dei profitti, misurato dal rapporto utile/fatturato che è del 9,5% nell'America settentrionale, del 7,4% in Europa, del 12,1% nell'area russo-asiatica. Sono però le multinazionali a stelle e strisce a vantare un Roe da far invidia: 24,5% di return on equity contro il 17,9% dei gruppi del Vecchio continente e il 19,8% degli orientali.

Le cifre dei ricavi in realtà sono gonfiate dal fatturato energetico, grazie al petrolio salito alle stelle, ma ovunque il Roe della manifattura è comunque superiore a quello dell'industria petrolifera.

Il bello della ripresa multinazionale è che gli anni di crisi non sono stati vissuti da cicala, bensì da formica, cosicchè la struttura patrimoniale di questi gruppi ne è uscita rafforzata. Sono infatti aumentati i mezzi propri e saliti solo marginalmente, o addirittura scesi, i debiti. Dal 2009 al 2010, il patrimonio netto delle società prese in rassegna nello studio è aumentato del 14,7% in Europa, del 13,6% nell'area russo-asiatica e del 10,4% nel Nord-America. I debiti finanziari, che sono scesi del 3,1% a livello delle multinazionali del Vecchio Continente, sono aumentati solo del 2,3% in America e del 3,9% in Asia. Con un rapporto debt/equity, del tutto sotto controllo, pari a 0,6 in Europa, a 0,4 tra Usa e Canada a 0,3 nell'area russo-asiatica che, sotto questo profilo, è la più virtuosa, forte di un grado di patrimonializzazione - misurato in percentuale sul totale dell'attivo - che supera il 60% contro il circa 40% delle altre due macro-zone.

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