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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2011 alle ore 15:44.
Prima che esplodesse la crisi della Grecia, e prima che la Bce iniziasse ad avviare un nuovo ciclo di politica monetaria restrittiva, nella primavera 2010 il Tesoro rifinanziava il debito pubblico collocando titoli di stato in asta a rendimenti vantaggiosi: l'anno scorso il costo medio all'emissione è sceso al livello record del 2,1 per cento. Nell'aprile 2010, la curva dei rendimenti rilevata sul mercato secondario dei bond governativi tra uno e dieci anni iniziava al di sotto dell'1% e non riusciva a sforare la soglia del 4 per cento arrestandosi al 3,96 per cento. Ieri, dopo il venerdì nero del rischio-Italia, la curva partiva dal BoT a 12 mesi al 2,26% e terminava sul decennale al 5,3%, con il BTp trentennale che sfiora oramai il 6 per cento. E lo spread tra BTp e Bund decennali è salito dai 20 centesimi ante-crisi finanziaria ai 120 centesimi ante-crisi greca fino ai 244 di ieri.
In poco più di un anno, il costo della raccolta per il Tesoro è aumentato di oltre 1,5 punti percentuali: il BTp quinquennale un anno fa veniva assegnato in asta attorno al 2,64% mentre ieri viaggiava al 4,629% (+2% circa). Nel corso del 2010, le turbolenze tra maggio e dicembre hanno fatto salire i rendimenti del BoT a 12 mesi di 104 centesimi e i BTp a cinque, dieci e 30 anni rispettivamente di 94, 98 e 66 centesimi, ha calcolato il Mef. E nella prima metà del 2011 il rialzo è continuato.
Il conto relativo dell'aumento dei tassi e degli spread il Tesoro non lo paga istantaneamente. Il mix tra BoT, CcT e BTp – rispettivamente l'8,7%, il 10% e il 65,5% sull'intera torta del debito negoziabile che ammonta a 1.580 miliardi di euro – mette al riparo i conti pubblici da un immediato impatto negativo causato dall'aumento dei rendimenti in asta. La vita media dello stock dei titoli di stato supera i sette anni (7,16 anni) contro gli 1,13 anni del 1982, fa notare BnpParibas. In virtù dei cinque anni della durata finanziaria (che comprende il pagamento delle cedole), gli oneri degli interessi sul debito salgono gradualmente.
Il Tesoro calcola che un rialzo immediato dell'1% sull'intera curva dei rendimenti incrementa la spesa per interessi dello 0,17% del Pil il primo anno, dello 0,37% il secondo anno, dello 0,48% il terzo anno e dello 0,55% il quarto anno. Un aumento attorno al 2% sulla curva può tradursi quindi in un rialzo della spesa per interessi di 5,4 miliardi il primo anno, 11 miliardi il secondo, 14,8 miliardi il terzo anno e 17 miliardi il quarto. Un punto di Pil sono 15,5 miliardi, due punti oltre i 30 miliardi.
Nei prossimi dodici mesi scadono 310 miliardi di titoli di stato, tra BoT (137 miliardi), BTp (110), CcT (28), CTz (36) e altri. Tra luglio e dicembre di quest'anno andranno rimborsati 124 miliardi di titoli di stato a medio-lungo termine, bond degli enti locali e territoriali e obbligazioni bancarie: i mesi più pesanti sono agosto e settembre. Mercato e agenzie di rating si interrogano con qualche apprensione sul peso dei costi extra dovuti a spread e tassi di mercato al rialzo e un Pil che fatica a salire. Nel Def (Documento di economia e finanza) le proiezioni della spesa per interessi lievitano dai 70 miliardi del 2010 (contro i 59,8 della Germania) ai 76 del 2011 fino ai 97,6 miliardi del 2014. Se lo spread dovesse continuare a galoppare, la soglia dei 100 miliardi di oneri per interessi sul debito pubblico rischia di essere perforata velocemente.
Alla Germania, intanto, sta andando molto meglio: il flight to quality provocato dalla crisi greca ha più che compensato la stretta monetaria. Nell'ultima asta di Schatz a due anni, assegnati per 3,38 miliardi, il rendimento è calato all'1,55%, pressoché in linea con il tasso di rifinanziamento della Bce salito ora all'1,5 per cento. La curva dei rendimenti tedesca inizia dall'1,42% a un anno per finire al 3,5% a trent'anni. La Germania nel 2010 ha registrato uno stock di debito pubblico lievemente superiore in valori assoluti a quello italiano ma minore in termini di debito/Pil (119% quello italiano, 83,2% quello tedesco): nel 2012 il Governo Merkel intende contenere la spesa degli interessi sul debito a 40 miliardi.
isabella.bufacchi@ilsole24ore.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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