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Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2011 alle ore 12:17.
Fuggire dal Fisco italiano cercando all'estero un porto sicuro per i propri risparmi? L'idea non è di facile realizzazione: dipende dall'approdo. Per evitare l'imposta di bollo monstre che scatterà sui conti titoli, gli italiani rischiano di cadere dalla padella nella brace: molti Stati europei applicano alle persone fisiche non residenti aliquote su capital gain, dividendi e interessi che sono ben superiori al 20% previsto dalla manovra del Governo.
Lo spiega la tabella in alto elaborata sintetizzando migliaia di informazioni aggiornate puntualmente nei database dell'International Bureau of Fiscal Documentation (Ibfd), il più rinomato centro di ricerca indipendente al mondo sulla tassazione nonché editore di pubblicazioni specializzate sulla fiscalità transfrontaliera utilizzata da ricercatori, fiscalisti e studi legali. Nei principali Paesi europei, secondo i dati di Ibfd, le aliquote per i non residenti possono arrivare sino al 35%, mentre le esenzioni sono rare. Sui capital gain in Austria, Belgio e Svizzera l'esenzione è totale, nel Regno Unito e in Irlanda i non residenti non sono tassati: ecco perché quasi ogni operatore italiano di asset management ha società nell'Eire per i fondi e le società di gestione del risparmio. I dividendi, invece, hanno un trattamento di favore in Spagna, grazie alla no tax area sino a 1.500 euro e all'aliquota del 19%, mentre in Olanda e Svezia l'imposizione sugli interessi bancari è nulla.
Ma prima di aprire un conto online ad Amsterdam o Stoccolma, gli italiani devono considerare altro. Fabrizio Vedana, avvocato e direttore dell'area legale di Unione Fiduciaria, spiega che «il contribuente italiano interessato a muoversi all'estero ha due strade: l'investimento diretto o, su determinati importi, tramite fiduciaria.
Nel primo caso eventuali plusvalenze andranno inserite nella dichiarazione dei redditi personali. Dal primo luglio in alcuni Paesi è scattata l'"euroritenuta" prevista dalla Direttiva comunitaria sul risparmio che può essere ben superiore al 20% previsto in Italia. Nel secondo caso la fiduciaria opererà come sostituto d'imposta. Ovviamente nulla sarà dovuto a titolo di imposta di bollo da chi chiude un conto titoli in Italia». Nessun problema invece per la tutele dei depositi bancari. La Direttiva 14 del 2009 sui sistemi di garanzia dei depositi ha uniformato a livello comunitario la copertura (100mila euro dal 31 dicembre 2010 per il totale dei depositi del medesimo depositante) e i termini di rimborso (20 giorni lavorativi dalla data di liquidazione coatta, prorogabili per altri 10 giorni).
La garanzia vale anche per i Paesi dell'Unione che non hanno adottato l'euro, salvo arrotondamenti dovuti al cambio. Imparare a leggere l'olandese o lo svedese, ma anche il romeno, comincia a diventare interessante.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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