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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2011 alle ore 08:05.

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«Cinque miliardi di ricavi dalle privatizzazioni entro fine anno», ha annunciato secco il ministro delle Finanze greco, Evangelos Venizelos, poco prima di imbarcarsi per il vertice Ue di Bruxelles. Un'affermazione pesante che vale come una promessa che Atene, questa volta, sta facendo sul serio la sua parte dello sforzo per uscire dal pantano in cui è finita. «Se tale obiettivo non sarà raggiunto - ha proseguito Venizelos - la nostra credibilità sarà distrutta, potrà essere creata una crisi nei mercati con tutti i problemi che ne conseguiranno».


La tensione politica è alta ad Atene nel giorno in cui i tassi sul bond a due anni è schizzato al livello record del 40 per cento. Il vertice Ue di oggi a Bruxelles è «decisivo per il futuro della Grecia e dell'Europa», gli ha fatto eco il portavoce del Governo, Ilias Mossialos, in un comunicato. In verità potrebbe anche essere vitale soprattutto per il Governo Papandreou che sul secondo piano di aiuti per la Grecia, che dovrebbe, a differenza del primo, coinvolgere il settore privato, ha puntato la sua sopravvivenza politica.


A Bruxelles Papandreou porta la rassicurazione che le privatizzazioni stanno andando avanti a tappe forzate. Ieri la Commissione per le Privatizzazioni ha approvato a grande maggioranza, con i voti del Pasok, di Nea Dimocratia e di Laos, la nomina dei professori Ioannis Koukiadis e Constantinos Mitropoulos rispettivamente alle cariche di presidente e Consigliere delegato dell'Ufficio per la Valorizzazione della Proprietà dello Stato, la nuova agenzia creata con il compito di promuovere l'attuazione del piano delle privatizzazioni.

Il Consiglio Direttivo sarà formato da sette persone, cinque delle quali nominate dal Parlamento e due nominate da Paesi dell'Eurozona. Gli ultimi due parteciperanno come osservatori. Da parte sua, il ministro Venizelos, parlando alla Commissione per le Privatizzazioni, ha ricordato che entro la fine del 2011 lo Stato dovrà incassare dalle privatizzazioni cinque miliardi di euro. Il nuovo Ufficio, ha aggiunto il ministro, dovrà attuare un programma «asfissiante» per garantire l'incasso di 30 miliardi di euro entro luglio 2014.


Venizelos poi si recherà domenica a Washington per colloqui con la responsabile dell'Fmi Christine Lagarde e funzionari del Governo Usa. I margini di fanno sempre più stretti e la classe politica greca ha capito, forse con l'eccezione del leader dell'opposizione Antonis Samaras di Nea Dimocratia, che il tempo dei tatticismi è finito.

Intanto prosegue per il terzo giorno consecutivo e andrà avanti «a oltranza» lo sciopero dei taxi, i cui autisti continuano a provocare enormi ingorghi ad Atene, operando blocchi che scatenano le critiche degli operatori turistici: temono che il settore - una delle maggiori fonti di ricavi del paese, che con la crisi dei debiti ha un disperato bisogno di fondi - diventi «vittima degli interessi corporativi». A lanciare il monito è stata l'associazione degli operatori turistici ellenici (Hatta), mentre già lo scorso anno le proteste di diverse categorie contro i piani di austerità e le riforme approntate dal governo avevano causato gravi disagi ai turisti.

La decisione di proseguire lo sciopero viene nel momento in cui - solo ieri con il blocco degli accessi al porto del Pireo - i danni per le aziende dell'Attica hanno superato il miliardo di euro e la capitale ha perso 16mila turisti stranieri a causa delle modifiche degli itinerari delle navi da crociera che non hanno potuto attraccare al Pireo.
I tassisti greci scioperano contro la liberalizzazione delle licenze, decisa nell'ambito delle misure di apertura alla concorrenza per migliorare la competitività dell'economia ellenica.

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