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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2011 alle ore 17:21.

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Il secondo programma di salvataggio della Grecia è una «soluzione eccezionale» che prevede l'intervento del settore finanziario «su base volontaria» per scambio di bond, rollover e buyback. Così la bozza di accordo sottoposta ai leader Eurozona, di cui Il Sole 24 Ore Radiocor è in possesso. Si prevede anche l'intervento del Fondo salva-stati (Efsf) per «finanziare la ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie attraverso prestiti governativi» anche nei paesi che non sono sotto salvataggio e per agire «nel mercato secondario».

Il documento, che è attualmente in corso di discussione e negoziato tra i capi di stato e di governo, conferma le indiscrezioni circolate nelle ultime ore. Si parla di una nuovo programma per la Grecia (non viene indicato per ora l'ammontare). La scadenza dei prestiti alla Grecia viene esteso al «massimo possibile» da 7 anni e mezzo a un minimo 15 anni. I prestiti saranno concessi a un tasso equivalente alla facility per il sostegno alla bilancia dei pagamenti (attualmente attorno al 3,5%) «senza andare sotto il costo di finanziamento dell'Efsf». Ciò sarà accompagnato, indica la bozza di documento da «un meccanismo che assicuri incentivi appropriati per attuare il programma inclusi accordi sui collaterali se appropriato».

C'è un riferimento a un Piano Marshall della Ue per rassegnare i fondi strutturali europei alla Grecia in modo da sostenere l'azione per la crescita e la ripresa degli investimenti. Il caso greco «è una unica situazione grave nell'Eurozona» e per questo richiede «una soluzione eccezionale» nella quale gioca un ruolo il settore finanziario che «ha indicato la propria volontà di sostenere la Grecia su base volontaria».

Tutti gli altri paesi Eurozona «riaffermano solennemente la loro inflessibile determinazione a onorare pienamente gli impegni sovrani individuali e tutti i loro impegni ad assicurare) riforme strutturali e condizioni di bilancio sostenibili» oltreché a garantire la stabilità finanziaria dell'unione monetaria nel suo complesso.

Quanto allo strumento usato, il Fondo salva-stati (Efsf) i 17, stando alla bozza del documento, ne miglioreranno l'efficacia aumentandone la flessibilità permettendogli di intervenire «sulla base di programmi di precauzione con condizionalità adeguata; finanziare la ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie attraverso prestiti governativi incluso in paesi non sottoposti a programma (di salvataggio, ndr); intervenire nel mercato secondario sulla base dell'analisi della Bce riconoscendo l'esistenza di circostanze eccezionali e con decisione unanime degli stati membri dell'Efsf». (Radiocor)

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