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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2011 alle ore 09:28.

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Seduta ad alta tensione per i titoli di stato dell'eurozona. Dopo l'annuncio del nuovo piano di salvataggio per la Grecia raggiunto giovedì sera nel vertice di Bruxelles, ieri il mercato del debito sovrano ha registrato drastici miglioramenti per gran parte della seduta salvo poi correggere nel finale anche a causa della decisione di Fitch di assegnare alla Grecia lo status di default parziale.

Particolarmente da ottovolante il movimento dei Btp italiani: in mattinata lo spread rispetto al bund tedesco era sceso di 21 punti base rispetto alla chiusura precedente fino a toccare un minimo di 225 punti ma nel pomeriggio il mercato ha inserito la retromarcia e lo spread è tornato a salire fino a segnare un massimo di 262 punti salvo poi ripiegare attorno ai 255 punti base. I titoli di stato italiani non hanno peraltro fatto a tempo a beneficiare delle dichiarazioni rilasciate dal presidente della Bce Jean Claude Trichet a un quotidiano tedesco e rese pubbliche solo dopo la chiusura dei mercati. «L'Italia ha adottato misure appropriate - ha detto Trichet parlando al Süddeutsche Zeitung in riferimento alla manovra finanziaria varata nei giorni scorsi - e sono fiducioso che tutti i paesi dell'Eurozona non solo manterranno rigorosamente fede ai loro impegni attuali ma anch'essi adotteranno le misure richieste dalla situazione».

Secondo Chiara Cremonesi, fixed income strategist di Unicredit, la virata registrata nel pomeriggio è dovuta anche al desiderio dei mercati di conoscere meglio i dettagli concreti di funzionamento del nuovo meccanismo di aiuti ai paesi in difficoltà prima di abbandonare del tutto la cautela delle ultime settimane. «Il piano è stato accolto molto bene - ha spiegato al Sole 24 Ore - ma appare di implementazione non facilissima e ci sono dettagli che non convincono appieno, come ad esempio il fatto che la dotazione dell'Efsf di 440 miliardi non sia stata accresciuta e che comunque occorrerà l'approvazione dei singoli parlamenti».

Se la Spagna ha registrato un andamento analogo all'Italia con il rendimento a dieci anni che ha chiuso al 5,65%, hanno invece festeggiato, sebbene chiudendo lontano dai massimi della mattinata, i paesi periferici che godranno da subito dell'allungamento dei tempi per i prestiti e della riduzione dei tassi dal 4,5% al 3,5%. La Grecia in primis ha visto il rendimento sui suoi bond a 10 anni scendere dal 16,90% di giovedì sera al 14,2% con un miglioramento clamoroso per quanto riguarda i titoli a 2 anni (al 26,30% contro il 40% di giovedì mattina, prima del meeting), a chiara indicazione di quale sia in termini temporali l'apertura di credito della comunità internazionale. La flessione ha riguardato anche i cds sul debito ellenico a 5 anni che hanno terminato in calo di 219 punti a 1781. Seduta da festeggiare anche per il Portogallo, che ha visto i tassi sui decennali scendere al 10,50% (dall'11,23%) e per l'Irlanda, con i rendimenti scesi all'11,63% dal 12,09% del giorno prima.

In ulteriore miglioramento infine i bund tedeschi con il rendimento calato al 2,827% dal 2,876% - il che ha contribuito a far salire lo spread rispetto ai Btp - gli Oat francesi (dal 3,448% al 3,415%) e fuori dall'euro i Gilt britannici, con uno yield sceso al 3,106% dal 3,173%. Sul mercato americano infine il rendimento dei Treasury a 10 anni è sceso al 2,98% (da 3,01%) mentre quello sui trentennali si è assestato al 4,277% dal 4,312% di giovedì.

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