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Questo articolo è stato pubblicato il 23 luglio 2011 alle ore 09:27.
Il giorno dopo l'accordo europeo sul piano di sostegno alla Grecia, sui mercati c'era voglia di brindare. E in parte così è stato. Soprattutto all'inizio della giornata, quando gli effetti positivi della seduta precedente sembravano dover perdurare.
Perchè a frenare in breve gli entusiasmi ci ha pensato ancora una volta l'intervento di un'agenzia di rating: dopo i recenti commenti negativi di S&P e Moody's, questa volta è stata Fitch a gelare gli entusiasmi. L'annuncio arrivato in mattina del futuro declassamento del rating sulla Grecia a default "parziale", a cogliere di sorpresa i mercati, che si attendevano forse una maggiore prudenza in una fase comunque delicata dello scenario economico mondiale. L'effetto, inevitabile, è stato il progressivo ridimensionamento dell'entusiasmo delle Borse europee. A fine giornata Milano ha chiuso in lieve calo (-0,15%) mentre tutti gli altri mercati europei hanno limato i guadagni con aumenti non superiori al punto percentuale. Lo Stoxx 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli del Vecchio Continente, ha chiuso in lieve progresso (+0,57%), Londra ha chiuso a +0,6%, Parigi +0,68%, Francoforte +0,5%. Dall'altra parte dell'Oceano, l'S&P 500 è rimasta quasi invariata (0,09%) mentre il Nasdaq ha guadagnato lo 0,86%.
L'avvio euforico
A giudicare la giornata dai primi 30-40 minuti di seduta, tuttavia, ci si sarebbe attesi un ben altro finale di film. A Milano l'avvio è stato praticamente col turbo. A partire dall'apertura l'indice guadagna da subito fino al 2%, mentre i titoli delle banche iniziano a guadagnare tra i 3 e 4 punti percentuali. Si distinguono da subito Unicredit, Ubi e Intesa Sanpaolo, ma i rialzi interessano anche i titoli assicurativi e industriali. L'inizio è positivo anche, e soprattutto, in virtù del crollo verticale dello spread tra titoli di Stato Italiani e tedeschi: il differenziale tra BTp e Bund scende infatti dall'area di 240 a 225 punti base, ai minimi dallo scorso 7 luglio. È la conferma, attesissima dagli operatori, del ritorno di fiducia sulla sostenibilità del debito italiano, anche alla luce della manovra di salvataggio di Atene. Un po' come dire che se la Grecia è salva, l'Italia non ha nulla da temere.
L'intervento di Fitch
A partire dalle dieci di mattina però qualcosa cambia nell'umore degli operatori. Forse pesa la parziale vaghezza nelle definizione esatta del piano di aiuti al Pireo. Forse, dopo tre giorni di continui rialzi, c'è voglia di prese di beneficio. Forse, sostiene qualche operatore, ci si attende che prima o poi le agenzie di rating possano intervenire.
Fatto sta che il differenziale inizia lentamente a riprendere quota, raggiungendo in un paio d'ore area 230 punti. Una punta di pessimismo deriva anche dalla pubblicazione dell'indice Ifo, che misura il clima di fiducia degli imprenditori in Germania: il dato di luglio è peggiore rispetto alle attese e ai mesi precedenti. Scende infatti a 112,9 contro i 114,5 punti del mese precedente, mentre le attese si attestavano a 113,7. Ma è alle 12.24 che il differenziale si impenna definitivamente. Le agenzie battono la notizia che, secondo Fitch, il piano di salvataggio della Grecia concordato dall'area euro implica una parziale insolvenza sui pagamenti: pur riconoscendo che esso costituisce un «passo importante» verso la messa in sicurezza della stabilità finanziaria nell'area valutaria, per Fitch l'intervento dell'Eurozona non impedirà un declassamento del rating sulla Grecia a default "parziale" o "limitato" (restricted default). Questo alla luce del previsto coinvolgimento degli investitori privati nel nuovo programma di aiuti.
Per gli operatori di tutte le piazze europee è una doccia fredda. Così all'euforia si sostituisce ben presto la cautela. E, sin dal primo pomeriggio, dalle sale operative si mescolano agli acquisti anche diverse richieste di vendita. A partire dagli Stati Uniti, dove peraltro domina lo scetticismo per il trascinarsi del braccio di ferro tra Casa Bianca e Repubblicani sull'innalzamento dei limiti al deficit di bilancio. In Europa,lo Stoxx 600 riduce i guadagni e oscilla di pochi centesimi di punto sopra lo zero. Gli spread Italia-Germania si allargano fino a raggiungere il massimo intraday di 267 punti per poi ridiscendere in area 258 in chiusura. Servirà a poco anche il giudizio positivo, emesso nel primo pomeriggio da parte della Cancelliera tedesca Angela Merkel, secondo la quale l'intesa Ue ha «diminuito i rischi di contagio»: il tentativo di rally va a spegnersi definitivamente in un finale di seduta fortemente volatile. A fine giornata Unicredit registra un calo del 4,56% a 1,31 euro, Intesa del 2,83% a 1,75 euro, Ubi Banca una flessione del 3 per cento. Colpa, per molti analisti, di un giudizio di un'agenzia - forse affrettato, forse solitario - che lunedì dovrà essere rielaborato dai mercati.
luca.davi@ilsole24ore.com
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