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Questo articolo è stato pubblicato il 24 luglio 2011 alle ore 14:09.

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Scontro sull'Opa Bulgari. I fondi Usa fanno causaScontro sull'Opa Bulgari. I fondi Usa fanno causa

Un errore grossolano e di poco conto che rischia però di mettere i bastoni tra le ruote all'Opa miliardaria dei francesi di Lvmh su Bulgari. Quella svista sta tutta in 57mila azioni di troppo che i fratelli Paolo e Nicola Bulgari hanno consegnato in Opa al colosso francese e per il quale sarebbe stato pagato un sovrapprezzo di 1,2 euro rispetto al valore pattuito (12,25 euro) per l'operazione pubblica di acquisto delle azioni della casa del lusso romana.

È questo il succo di un lungo esposto inviato alla Consob giovedì 21 luglio da uno studio legale milanese per conto di un fondo americano, azionista di minoranza di Bulgari e di cui Il Sole 24 Ore è entrato in possesso. L'esposto precede di un giorno un'analoga iniziativa intrapresa da Artannes Capital, un altro fondo azionista di Bulgari cha ha inviato ieri una lettera sulla vicenda al presidente dell'Authority di Vigilanza Giuseppe Vegas. Ambedue le iniziative (l'esposto e la lettera) rilevano che in virtù di quell'errore sarebbe stato infranto il principio di parità di trattamento tra tutti gli azionisti coinvolti nell'operazione di conquista della maggioranza del capitale di Bulgari da parte di Lvmh.

Ma quale è il fatto che rischia di trasformarsi in un «pasticciaccio brutto»? Secondo l'esposto che ricostruisce tutti i passaggi dell'operazione di scambio di azioni tra la casa francese e i soci di controllo Bulgari, Lvmh avrebbe ricevuto dalla famiglia romana di gioielleri 152.543.348 azioni, anziché 152.486.348 pezzi che erano attesi. Una differenza minima di soli 57mila titoli, un bruscolino rispetto agli oltre 150 milioni che hanno consentito il passaggio di controllo. Secondo il prospetto e gli accordi pattuiti i Bulgari avrebbero dovuto però consegnare solo le azioni del patto di sindacato che all'epoca erano appunto 152.486.348 pari al 50,43% del capitale e non come è avvenuto tutte le azioni in possesso della famiglia che invece sono entrate nello scambio. Quei 57mila pezzi erano, secondo l'esposto posseduti a titolo personale da Paolo Bulgari (per 50mila azioni) e da Nicola Bulgari (per 7mila pezzi). Vista così sembra un'inezia una sbadataggine, ma gli autori dell'esposto ravvisano che di questo fatto non è stata data informazione al mercato e che solo il 18 luglio a operazione ormai conclusa (lo scambio azionario tra Lvmh e i Bulgari si è chiuso il 30 giugno) Lvmh pubblica un comunicato con il quale ammette che le 57mila azioni di troppo non sono state computate nell'accordo per un errore materiale.

Ma la conseguenza di questo silenzio non mina solo l'aspetto formale del venir meno della parità di trattamento informativo tra tutti i soggetti coinvolti ma ha anche, secondo l'esposto, risvolti di sostanza. In cambio delle maggiori azioni dei Bulgari Lvmh ha conferito 6.178 dei propri titoli in più (senza dichiararlo), ma soprattutto il valore delle azioni nel rapporto di concambio al 30 giugno ha finito per assegnare alle Bulgari un valore di 13,45 euro, un prezzo più alto di 1,2 euro rispetto ai 12,25 euro pattuiti per l'Opa. E così le famigerate 57mila azioni in più hanno consentito una sorta di sovrapprezzo indebito, secondo l'esposto, a favore dei Bulgari di 68.400 euro. Questi i fatti in estrema sintesi. Ora starà alla Consob vagliare nei prossimi giorni la documentazione. Certo è che la vicenda se sarà comprovata rischia di trasformare un errore materiale, a detta della stessa Lvmh, in una gigantesca beffa. Quei 68mila euro e spiccioli rischiano di compromettere un'operazione del valore di 3,7 miliardi, tanta è la valutazione che quei 12,25 per azione assegnano a tutto il gruppo Bulgari. E la coda che rischia di creare più di un grattacapo al patron di Lvmh Bernard Arnault è che una volta conquistato il 75% del capitale deve lanciare un'Opa totalitaria pagando cash gli azionisti di minoranza che a tutt'oggi sono ancora il 25% del capitale. Fondi istituzionali che potrebbero accodarsi all'esposto e chiedere come hanno fatto gli autori della denuncia un allineamento del prezzo dell'offerta totalitaria al prezzo più alto pagato nei 12 mesi antecedenti l'Opa, cioé i 13,45 euro per azione corrisposti a quel piccolissimo pacchetto di titoli consegnati per errore.
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