Dopo due cali mensili consecutivi, torna inaspettatamente a salire la fiducia dei consumatori americani. A luglio, l'indice calcolato dal Conference Board si é attestato a quota 59,5 mettendo a segno un aumento di quasi due punti rispetto a giugno (57,6). Il risultato è migliore rispetto alle attese degli analisti, che avevano previsto un calo a 55,3 anche a causa dei timori legati all'innalzamento del tetto del debito.

L'indice che misura le condizioni attuali dell'economia è però diminuito a 35,7 (da 36,6), mentre quello relativo alle aspettative future è aumentato di quasi quattro punti, a 75,4. "I consumatori rimangono in generale apprensione, ma il dato di questo mese dimostra che alcuni dei timori sono ormai alle spalle", ha commentato Lynn Franco, direttore del centro di ricerche del Conference Board.

Segnali contrastanti dal manifatturiero
Segnali contrastanti arrivano invece dal comparto manifatturiero: l'indice che misura l'attività nel distretto di Richmond é sceso a -1 a luglio dai 3 punti di giugno. Il sottoindice delle spedizioni finali ai clienti é però rimasto invariato a -1, mentre quello sui ricavi del settore servizi é passato in positivo a 7 da -4 punti e il sottoindice sulle vendite retail é addirittura balzato a 11 da -2.
Il dato diffuso oggi dalla Federal Reserve di Richmond segue quello arrivato da ieri dalla Fed di Chicago che dava l'indice dell'attività economica nazionale a -0,46 (in miglioramento dal -0,55 di maggio) dunque ancora su un valore che indica un'attività economica inferiore al potenziale.

Immobiliare in chiaroscuro
Segnali in chiaroscuro arrivano anche dal settore immobiliare. I prezzi delle abitazioni tornano a salire - l'indice S&P Case Shiller che misura l'andamento dei prezzi nelle principali venti aree metropolitane degli Stati Uniti ha evidenziato un aumento dell'1% mensile (con il tendenziale però in calo del 4,5%) – mentre le vendite di case nuove sono inaspettatamente calate dell'1% a giugno, a un tasso annuo di 312mila unità.

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