Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 27 luglio 2011 alle ore 10:54.

My24

«La Grecia può svalutare restando nell'euro», suggerisce un'originale ricerca di Ubs, il gigante svizzero del credito, sulla complessa situazione greca che da 21 mesi tiene tutti i mercati sulla corda. Il report sembra a prima vista una provocazione, una classica boutade estiva ma, a un'attenta analisi, non lo è affatto. Anzi, il sasso (metaforicamente parlando) lanciato nello stagno di Atene dai ricercatori elevetici autori della ricerca ("Yes, Greece could devalue, while staying in the euro") potrebbe avere importanti effetti in tutta Europa e la sua competitività. Vediamo perché.

Il piano di salvataggio elaborato a maggio del 2010 da Ue e Fmi (110 miliardi di euro cui un terzo a carico del Fondo, seguito da un altro a luglio 2011 da altri 109 miliardi, di cui sempre un terzo a carico delle casse dell'istituzione internazionale basata a Washington) per la Grecia dovrebbe essere considerato come una caso unico, in quanto è stato predisposto per un Paese che non può svalutare. In realtà non è proprio così poiché esistono esempi recenti di interventi del Fmi in Paesi che non potevano svalutare.

La Lettonia è l'ultimo esempio in proposito poiché il piccolo Paese baltico non poteva svalutare perché un grande parte delle passività dei privati erano in valuta estera, così una svalutazione avrebbe creato un'ondata di fallimenti. Anche il Senegal, alla fine degli anni 1990, è un altro esempio, essendo parte all'epoca dell'area del Franco CFA, una svalutazione non era possibile.
Tuttavia, la Grecia potrebbe utilizzare una "quasi" svalutazione, chiamata "IVA sociale" nella letteratura economica.

Come funziona questo sistema alternativo alla svalutazione monetaria?
La maggior parte dei costi di finanziamento della previdenza sociale è sostenuta da contributi sul lavoro. A seconda del Paese, la più grande percentuale di questi prelievi pesano sui datori di lavoro o sui lavoratori dipendenti. Il risultato però è sempre lo stesso: il costo del lavoro aumenta. Questo fenomeno crea un effetto collaterale indesiderato: settori esposti alla concorrenza internazionale sono meno competitivi poiché il loro costo totale del lavoro aumenta in proporzione alle tasse sul lavoro. Che fare, allora? Gli economisti dell'Ubs non si sono persi d'animo e hanno pensato di suggerire di spostare il prelievo per i contributi sociali verso il consumo - cioè di utilizzare l'Iva per finanziare i costi sociali. Da qui il nome di "Iva sociale".

Questo spostamento della tassazione dal lavoro ai consumi ha il vantaggio ovviamente di ridurre il costo del lavoro, ma ha anche il vantaggio di tassare le importazioni, che è un modo per spostare parte del carico all'estero.

Commenta la notizia

Listino azionario italia

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Principali Indici

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Shopping24

Dai nostri archivi