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Questo articolo è stato pubblicato il 28 luglio 2011 alle ore 07:32.

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Aggiotaggio e destabilizzazione del mercato dei titoli di Stato: sono accuse pesanti quelle che la commissione Finanze della Camera ha lanciato ieri delle agenzie di rating, insieme alla richiesta al Governo di denunciarle alla neo costituita European securities market authority (Esma).

La risoluzione (la prima firma è del capogruppo del Pdl Maurizio Bernardo, ma è sottoscritta anche da esponenti del Pd e della Lega Nord) è stata approvata all'unanimità dalla commissione e chiede anche all'Esecutivo un'iniziativa in sede Ue per dare vita ad una agenzia di rating europea. Ma intanto l'atto d'accusa è pesante: le agenzie, si legge, all'inizio della crisi, sono state «incapaci nel valutare con il dovuto anticipo alcune patologie registratesi con riferimento ai mutui sub prime». Inoltre sono viziate «da conflitti di interesse tra l'attività di valutazione svolta e la prestazione di servizi di consulenza nei confronti dei soggetti che emettono gli strumenti finanziari oggetto della loro valutazione». Infatti, si sottolinea «i servizi di rating sono pagati dai soggetti che emettono i prodotti finanziari sottoposti al rating». Non basta: c'è anche «il sostanziale oligopolio esistente nel mercato dei servizi di rating» e «l'insufficiente trasparenza nei meccanismi e nelle procedure per la realizzazione dei rating stessi».

Problemi che, si ricorda nella risoluzione, hanno investito anche il nostro Paese con «la diffusione, effettuata a mercati aperti, di un comunicato di Standard and Poor's sulla manovra correttiva adottata dal Governo italiano, prima ancora della pubblicazione del testo definitivo della manovra stessa», che ha avuto «gravi ripercussioni sull'andamento delle quotazioni in borsa». Tanto da provocare anche l'intervento della Consob; e poi il «declassamento azzardato» da parte di Moody's del voto sul debito pubblico portoghese «che ha prodotto effetti destabilizzanti sui mercati finanziari dell'intera zona euro». Insomma anche l'Italia, chiede la commissione Finanze, si schieri con decisione in questa battaglia contro l'imperversare di valutazioni ad alto tasso di "prociclicità" e faccia sentire la sua voce. Del resto, il dibattito sull'argomento è sempre caldo in Europa, e la stessa Commissione nel presentare la proposta per il recepimento della normativa su Basilea 3, ha spiegato che si punta a fare in modo che le banche riducano il più possibile, nelle loro valutazioni interne il riferimento sistematico ai giudizi delle agenzie. (R.Boc.)

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