Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 02 agosto 2011 alle ore 08:04.

My24

L'America forse come il Qatar e la Slovenia: nonostante il faticoso accordo sul debito, la prima potenza economica del mondo rischia lo stesso di perdere il rating massimo AAA e scendere alla stessa stregua di nazioni di influenza e dimensione considerevolmente inferiori. Se Standard and Poor's manterrà la parola, infatti, il debito americano potrebbe ricevere un downgrade perché il piano per la riduzione del deficit nei prossimi 10 anni prevede un calo di solo 2.400 miliardi di dollari, molto meno dei 4.000 considerati necessari da S&P per mantenere il voto massimo.

La più clemente Moody's, invece, aveva fatto sapere che avrebbe confermato per gli Stati Uniti il voto massimo, Aaa, anche se non ha escluso un riesame del debito Usa con implicazioni negative.
A Wall Street molti si stanno chiedendo a questo punto se Standard and Poor's avrà il coraggio di prendere una decisione dalle pesanti e imprevedibili conseguenze finanziarie e politiche. «S&P l'ha promesso, ma sospetto che le pressioni affinché non lo faccia siano enormi», ha detto al Dow Jones Mohamed El-Erian, amministratore delegato del più grande fondo obbligazionario d'America Pimco. Il Parlamento la settimana scorsa ha mostrato la propria irritazione nei confronti di S&P accusando il suo presidente Deven Sharma di ingerenza nei negoziati tra i partiti e il presidente Obama sul deficit. Il deputato repubblicano Mike Fitzpatrick ha insinuato che l'amministrazione Obama ha fatto pressioni su Standard and Poor's già l'aprile scorso, quando l'agenzia aveva ventilato la possibilità di un downgrade.

Ieri né S&P né Moody's si sono pronunciate, in attesa di esaminare il testo della legge e aspettare il voto del Parlamento. A Wall Street invece regna l'incertezza sulle implicazioni di un possibile downgrade sui tassi di interesse. Generalmente un downgrade dovrebbe far salire il costo dell'indebitamento, secondo le stime della JP Morgan di altri 100 miliardi di dollari all'anno; ma molti credono che i mercati abbiano già ampiamente scontato la minaccia di Standard and Poor's e l'impatto sui tassi di interesse sui titoli del tesoro potrebbe essere minimo. Il presidente di Pimco Bill Gross crede addirittura che il mercato sia ormai convinto che il debito Usa non meriti neanche un rating AA dato che l'accordo sul debito è semplicemente un cerotto incapace di guarire la profonda voragine nei conti dello Stato.

La reazione a caldo dei mercati sembra dar ragione a Bill Gross: ieri i tassi sui titoli del Tesoro non solo non sono saliti, ma sono addirittura scesi. Paradossalmente i titoli del Tesoro sono considerati uno dei pochi investimenti sicuri in caso di crisi economica, e i dati deludenti di ieri sul settore manifatturiero Usa hanno spinto in alto la domanda di Treasuries e in basso il rendimento, al 2,73% per i decennali.
Un downgrade del debito americano potrebbe quindi non alterare il costo dell'indebitamento, ma rappresenterebbe lo stesso un colpo alla reputazione degli Stati Uniti.

D'altra parte una conferma del voto AAA a un piano che non inizia nemmeno ad affrontare i nodi di lungo periodo del debito Usa (pensioni e sanità) potrebbe infliggere un duro colpo alla reputazione di Standard and Poor's, già accusata di avere alimentato la crisi finanziaria regalando ratings AAA a derivati subprime. Robert Reich, ex-ministro del Lavoro nell'ammministrazione Clinton, questa volta ha criticato S&P per essere arrivata troppo tardi con le sue minacce. «Dov'era Standard and Poor's quando l'amministrazione Bush ha trasformato un surplus di 128,2 miliardi di dollari in un deficit di 1.413,6 miliardi di dollari nel giro di 8 anni?», ha detto.

droveda@ilsole24ore.us

Commenta la notizia

Listino azionario italia

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Principali Indici

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Shopping24

Dai nostri archivi