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Questo articolo è stato pubblicato il 03 agosto 2011 alle ore 08:06.

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La tempesta sui mercati finanziari c'è e non a caso richiede un'analisi costante, che viene esercitata con continuità ai massimi livelli istituzionali. Ma il sistema bancario e finanziario italiano era ed è solido, mentre pesano in questo momento tensioni che hanno un'origine internazionale.
È questa, in estrema sintesi, la diagnosi fornita dal Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria che si è riunito ieri pomeriggio.

Dopo che per la seconda volta in cinque giorni il Governatore della Banca d'Italia e presidente designato della Bce, Mario Draghi, è stato chiamato a consulto al Quirinale dal presidente della Repubblica, ieri anche la task force per il monitoraggio della crisi finanziaria internazionale, voluta subito dopo la crisi dei subprime da Tommaso Padoa-Schioppa e che è oggi presieduta dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, è stata convocata per esaminare, come spiega il comunicato diffuso da via XX settembre, «gli sviluppi più recenti delle tensioni sui mercati del debito sovrano e i riflessi sul settore finanziario e sull'economia«.

La riunione del Comitato per la stabilità finanziaria è durata un paio d'ore e si è conclusa poco prima delle 19 quando il ministro dell'Economia Tremonti si è sentito al telefono con il commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn, come ha confermato il portavoce Ue, Chantal Hugues. Alla discussione hanno partecipato il direttore generale della Banca d'Italia Fabrizio Saccomanni, il presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini, il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, e, in collegamento telefonico perché si trovava all'estero, il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli.

Al centro della riunione, com'è ovvio, la dinamica dei mercati finanziari e lo stato di salute delle banche italiane, al termine di un'altra seduta di perdite massicce in Borsa, dopo che nel corso della giornata di ieri il rendimento del Btp italiano ha raggiunto il rendimento record del 6,13 %, a fronte di un analogo record di ribasso dei rendimenti sui bund fino al 2,39%, per la prima volta in vent'anni al di sotto del tasso d'inflazione tedesco(i prezzi al consumo si sono attestati al 2,40 per cento in Germania lo scorso mese di luglio).

Le analisi fornite dalle autorità di di supervisione e vigilanza, recita il comunicato, hanno confermato che «nonostante l'azione di progressiva riduzione del deficit pubblico si riflettono sull'Italia tensioni derivanti da incertezze internazionali».
Quanto alle banche, l'esame svolto dai dirigenti della Banca d'Italia ha messo in evidenza che la capitalizzazione delle banche italiane è adeguata, che l'andamento dei ricavi delle aziende di credito è positivo. E che, soprattutto, i margini di liquidità disponibili sono ampi, mentre le banche italiane hanno anche un'abbondante dotazione di collaterale, tale da rendere il sistema creditizio italiano in grado di assorbire l'impatto anche di un prolungato deterioramento delle attuali condizioni macroeconomiche e di mercato. Un peggioramento che, come si sa, deriva in questo momento in particolare dal debito sovrano.

Insomma, le aziende di credito italiane hanno svolto un'azione tempestiva di rafforzamento patrimoniale e oggi dispongono di liquidità sufficiente, anche di fronte a una crisi che le penalizza fortemente in Borsa perché il nostro Paese, che ha il secondo debito pubblico dell'Eurozona (in rapporto al Pil) fa le spese dell'instabilità internazionale e dei rinnovati timori di una crescita insufficiente, tanto a livello globale quanto a livello interno. Non è certo il caso, comunque, di abbassare la guardia, fa capire il comunicato del Tesoro, che si conclude affermando: «Il comitato ha convenuto sull'opportunità di continuare a mantenere sotto costante osservazione la situazione».

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