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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2011 alle ore 09:45.

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Asta dei BoT a dodici mesi per 6,5 miliardi di euro contro i 7,15 in scadenza: lo ha annunciato ieri il ministero dell'Economia confermando, con il comunicato standard al quale il mercato è abituato da anni, l'appuntamento del prossimo mercoledì per il collocamento dei Buoni con scadenza annuale. Entità dell'importo e modalità dell'offerta rientrano nella routine del Tesoro e già questo ieri, nel mezzo di un'ennesima giornata eccezionale per la volatilità di prezzi, rendimenti e spread, ha fatto notizia. In via Venti Settembre il punto fermo, nonostante la turbolenza, resta il calendario delle aste che anche nei prossimi mesi continuerà a riflettere la raccolta di fondi per rimborsare i titoli in scadenza, per pagare gli interessi sul debito e finanziare la spesa pubblica nel fabbisogno: entro fine anno sono attesi 60 miliardi di titoli a medio-lungo termine e 75 miliardi di BoT in scadenza con roll-over e almeno una ventina di miliardi di finanziamento del deficit.

Non è previsto tra agosto e dicembre, per contro, alcun azzeramento del fabbisogno in termini di cancellazione delle aste perché i titoli di Stato continueranno regolarmente ad essere emessi entro fine anno per rimborsare quelli che scadono. Qualche limatura sugli importi in offerta stimati dal mercato è sempre possibile, come è avvenuto nei mesi scorsi: il Tesoro può attingere infatti al conto di disponibilità presso la Banca d'Italia, un bacino di liquidità che può servire temporaneamente ad alleviare gli appuntamenti in asta e a spalmare la raccolta parzialmente assecondando gli umori del mercato. Secondo Unicredit, questa disponibilità potrebbe ammontare, rilevata in agosto, tra i 40 e i 50 miliardi. Altre stime scalano ammontari importanti di utilizzi recenti, riducendo il margine di manovra. Il Mef non può comunque contare sul conto di disponibilità per rimborsare titoli a medio-lungo termine perché il conto deve essere reintegrato in tempi rapidi prestabiliti: è un cuscinetto che torna utile come misura tampone per arginare i picchi di nervosismo del mercato. Ma che non può sostituirsi alla raccolta a medio-lungo termine che è quella delle aste dei BTp e CcT.

Il mercato primario delle aste continuerà a essere tenuto sotto stretta osservazione dagli investitori e dai traders: l'Italia ha raccolto finora quest'anno 150 miliardi di titoli a medio-lungo termine (su un totale di 225 attesi) al ritmo mensile di 20-21 miliardi in asta e continuerà a farlo a grandi linee entro la fine dell'anno confermandosi primo emittente di debito pubblico in Europa. La capacità di finanziarsi sul mercato dei capitali, con emissioni sostenute tanto dalla domanda domestica quanto da quella internazionale, è il pilastro dell'affidabilità creditizia di uno Stato ultra indebitato come l'Italia. E finora le aste italiane hanno retto particolarmente bene all'onda d'urto della crisi del debito sovrano europeo e al contagio proveniente dalla ristrutturazione del debito greco con perdite distribuite anche tra i privati. Le aste di agosto, un mese che si sta confermando traumatico per la stabilità dei mercati del debito europeo, sono state alleggerite dal Tesoro con la cancellazione dell'emissione dei BTp a cinque anni prevista poco prima di Ferragosto. Settembre, quando andranno in scadenza 46 miliardi di titoli di Stato a medio-lungo termine, si presenta molto impegnativo agli occhi del mercato ma non per le spalle forti del Tesoro.

e aste tuttavia sono destinate a rimanere fonte di preoccupazione per i nervi molto scoperti di traders e investitori anche se il primario non è il canale più efficace per domare la speculazione e arginare le vendite degli istituzionali sul secondario dove gli spread tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi nell'ultimo mese sono più che raddoppiati, passando sulla scadenza decennale dai 170 agli oltre 400 centesimi di punto percentuale. Risolutivi per riportare i rendimenti dei BTp su livelli più adeguati al rischio-Italia (ieri i BTp a due, cinque e dieci anni rendevano il 4,70%, 5,55% e 6,16%) potranno essere solo gli acquisti immediati sul secondario da parte della Bce in attesa dell'attivazione del veicolo Efsf, ne sono convinti gli addetti ai lavori all'unanimità. Anche per questo non risultano allo studio, stando a fonti bene informate, nuovi strumenti di raccolta 'anti-crisi' in alternativa a BpT, CcT, CTz e BTp: ma nel caso in cui anche in autunno l'instabilità dovesse perdurare, a via Venti Settembre potrebbero essere prese in considerazione nuove modalità di collocamento dei vecchi titoli alla ricerca di investitori istituzionali di nicchia e richieste di scadenze specifiche ritagliate su misura dei grandi portafogli.
I.B.

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