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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2011 alle ore 08:16.

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Il segnale lo ha dato giovedì scorso il presidente dell'Eni Giuseppe Recchi: mentre le Borse di mezzo mondo crollavano e Piazza Affari faceva segnare perdite superiori al 5%, il manager del Cane a sei zampe ha annunciato un acquisto da quasi 600mila euro di azioni del proprio gruppo, 42mila titoli che hanno perso un quarto del loro valore negli ultimi sei mesi. Certo una buona opportunità visti i prezzi da saldo del listino, ma anche un segnale positivo a un mercato in preda al panico. Non a caso il gesto di Recchi non è rimasto isolato: in questi giorni vari personaggi del mondo delle blue chip si sono dati allo shopping, a cominciare dal top management di Intesa Sanpaolo: «La performance molto deludente del nostro titolo è certamente dovuta a una visione eccessivamente negativa che i mercati hanno del nostro Paese e al fatto di considerare Intesa Sanpaolo una proxy dell'Italia» ha spiegato ieri Corrado Passera. «Crediamo davvero al potenziale della nostra banca e, a titolo di informazione, vi comunico che sia io che i miei due direttori generali Marco Morelli e Gaetano Micciché abbiamo deciso di mandare un chiaro segnale in tal senso qualche minuto fa dando un ordine di acquisto ciascuno di 500mila euro». Un'azione che l'amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi aveva già compiuto una settimana fa dichiarandosi convinto che il titolo di piazza Montegrappa fosse «ampiamente sottovalutato». Dopo una flessione pari al 28% in una settimana, Orsi, il 31 luglio, aveva spiegato a Il Sole 24 Ore: «Molti di noi stamattina, sia per dare un segnale sia per la fiducia nel gruppo, hanno comprato azioni Finmeccanica».
E se in Borsa, con il crollo delle quotazioni, si moltiplicano le voci di possibili delisting, c'è anche chi inizia a cogliere l'opportunità per un riacquisto di azioni. Cir, la holding della famiglia De Benedetti, ha comunicato di aver comprato nel corso della settimana 1,4 milioni di azioni proprie per un importo totale di 2,1 milioni. I movimenti nel gruppo non si fermano qui: sempre Cir ha comprato 60mila azioni della controllata Sogefi, mentre risalendo la catena di controllo la Carlo De Benedetti & Figli sapa ha rilevato circa 440mila azioni di Cofide per un controvalore complessivo di 300mila euro, arrotondando di uno 0,06% la propria partecipazione.
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