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Questo articolo è stato pubblicato il 09 agosto 2011 alle ore 08:17.

TOKYO - Oggi, giorno anniversario di Nagasaki, è diventato sempre più chiaro che la decisione di standard & poor's di declassare il debito sovrano americano, presa nel giorno anniversario di Hiroshima, sta avendo l'effetto di una bomba atomica sganciata sui mercati finanziari. A ruota del crollo di ieri di Wall Street, i mercati asiatici hanno aperto in picchiata, con cedimenti tra il 4 e il 9% degli indici principali, mentre l'euro e il dollaro hanno toccato un nuovo record negativo sul franco svizzero, lo yen si è riportato sul dollaro intorno a quota 77 - a un solo punto dal record storico - annullando gli effetti dell'intervento della Banca centrale giapponese di giovedì scorso. E l'oro ha proseguito implacabile la sua avanzata fino a superare i 1.750 dollari l'oncia.
Gli investitori non sembrano mostrare molta fiducia nella possibilità che i leader politici possano riportare presto sotto controllo le diffuse preoccupazioni sul debito e sulla prospettiva di una nuova recessione globale. E' rimasto deluso chi sperava che oggi una schiarita potesse arrivare dai dati sul'inflazione in Cina, che è invece salita a un tasso annuale del 6,5% in luglio, oltre le aspettative e ai massimi da due anni: una circostanza che fa temere che Pechino, in caso di recessione globale, non possa aiutare l'economia con ampie manovre di stimolo come ha fatto con successo durante l'ultima crisi (dopo il crollo della Lehman Brothers, Pechino varò un programma di sostegno da 4mila miliardi di yuan). Paradossalmente, una decisione di rating sta rafforzando i mercati obbligazionari dai titoli di stato americani a quelli giapponesi, nel quadro della fuga degli investitori dagli asset di rischio.
Le oscillazioni sono violente e le Borse intorno alla chiusura hanno recuperato parte del terreno perduto, nella speranza che ai nuovi più bassi livelli unaparte degli investitori rientri sul mercato borsistico occidentale. L'indice MSCI Asia-Pacific (ex Japan) risulta da ultimo in calo di circa il 3,5% e l'indice Nikkei della Borsa di Tokyo, dopo esser sbandato al ribasso fin quasi del 5%, ha chiuso in calo dell'1,7% scendendo sotto i 9mila punti a 8.944,48. Anche la Borsa di Seul, che era precipitata di oltre il 9%, ha recuperato gran parte delle perdite dopo il preannuncio di alcune misure tecniche e l'appello da parte delle autorità di supervisione agli investitori istituzionali locali di contribuire a calmare le ansie del mercato.
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