LUGANO - L'ascesa del franco continua e la Banca nazionale svizzera studia come frenare una moneta ormai persino troppo forte. Individuato chiaramente come bene rifugio in questa fase di turbolenze sui mercati, il franco anche ieri ha inanellato record, sia sull'euro che sul dollaro. In serata per un euro ci volevano 1,03 franchi, il rapporto di uno a uno sembra dunque vicino: ieri ha guadagnato il oltre il 4% sulla moneta unica, più del 20% nell'ultimo anno. Stessa musica per il dollaro, che ieri era a 0,72 franchi: in dodici mesi la valuta elvetica è salita di oltre il 26% sul biglietto verde.

Per la Svizzera i vantaggi del franco forte stanno soprattutto nel minor costo dell'import e nel nuovo smalto fornito alla piazza finanziaria. Lo svantaggio principale è il possibile colpo di freno all'export, voce importante del Pil elvetico. La Banca nazionale ha tentato l'anno scorso di fermare l'avanzata del franco acquistando ingenti quantità di euro, ma il franco non si è fermato e la Bns ha dovuto contabilizzare notevoli perdite sui cambi. L'istituto centrale elvetico ha inoltre recentemente tagliato il già basso tasso di riferimento del franco (ora è tra lo 0 e lo 0,25%) ed ha immesso massicciamente liquidità nel sistema.

Non restano più molti strumenti per frenare il superfranco. Ora, secondo fonti finanziarie elvetiche, la Bns starebbe esaminando la possibilità di dichiarare un obiettivo preciso, che potrebbe essere: non si può scendere sotto la parità con l'euro. Se i mercati non accettassero questo limite, la Bns si assumerebbe l'onere di intervenire di volta in volta. È un'eventualità, e neppure facile da applicare. Il rischio per Bns è non avere successo ed accumulare altre perdite sui cambi. A favore dell'ipotesi potrebbe d'altronde giocare il fatto che ormai il franco è molto salito e che probabilmente non potrà conservare sempre la stessa spinta. Intanto, però, i record continuano.

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