Ogni decisione è stata rimandata a questa mattina, prima della riapertura di piazza Affari e dopo una giornata che ha visto le quotazioni azionarie in risalita dagli inferi del mercoledì nero.

La Commissione di vigilanza sui mercati diretta da Giuseppe Vegas dopo una breve riunione tenutasi ieri sera ha infatti deciso di aggiornarsi ad oggi, potendo dunque valutare umori sentimenti e performance delle borse americana e asiatica. Di certo, in tema di eventuali scelte di parziale o totale proibizione dello short selling da parte della Consob e delle sue "sorelle" continentali, come l'Amf (Autorité des marchés financiers), c'è soltanto la forte volontà, testimoniata dalle posizioni espresse dall'Esma, la giovane autorità a raggio europeo, di garantire uno stretto coordinamento fra le varie authority nazionali che hanno la responsabilità diretta di eventuali proibizioni.

Ieri una portavoce dell'organismo europeo basato a Parigi, Victoria Powell, ha dichiarato: «Stiamo discutendo con le autorità nazionali e insieme decideremo se introdurre un divieto» sulle vendite allo scoperto di titoli. Ma intanto ieri sera l'Authority francese si è mossa in autonomia, vietando lo short selling per un periodo di 15 giorni su un ristretto gruppo di big della finanza d'Oltralpe: April Group, Axa, Bnp Paribas, CIC, CNP Assurances, Crédit Agricole, Euler Hermès, Natixis, Paris Ré, Scor e Société Générale.

Come si sa molti ritengono che lo short selling incoraggi la speculazione e tenda a trascinare i titoli al ribasso. Anche se c'è chi,al contrario, pensa che le proibizioni abbiano uno scarso effetto sui mercati, se si eccettuano gli aspetti segnaletici e temporanei destinati a placare le Borse quando sono scosse dai maremoti (non a caso negli Stati Uniti la sola volta in questi tipo di misura è stata adottata è stato subito dopo il collasso della Lehman Brothers).

Resta da capire, come faceva notare ieri sera il sito del "New York Times", se l'eventuale proibizione possa riguardare tutte le azioni o solo i titoli finanziari e se si tratterà di una inibizione di tutte le vendite allo scoperto o solo di quelle cosiddette naked, vale a dire quelle nelle quali l'investitore non prende in prestito i titoli contro i quali scommette.
Questa settimana è stata la Grecia a stabilire un divieto della durata di due mesi per gli interventi di short selling. E proprio in seguito a questa decisione l'Esma ha deciso di avviare le consultazioni fra le diverse autorità europee, svolgendo un'azione di raccordo anche fra prassi e discipline diverse.

Intanto, sempre nella settimana che sta per finire e che è stata davvero drammatica ovunque, si sono mosse anche la Corea del Sud, che ha imposto un divieto di short selling della durata di tre mesi, e la Turchia, paese nel quale il principale indice delle quotazioni azionarie è caduto del 20 per cento lo scorso mese.

In Italia, dopo le ripetute sollecitazioni della Banca centrale europea ad agire al più presto possibile sul versante degli interventi di risanamento e di riforme per la crescita, l'attesa dei mercati è per la presentazione di un decreto legge da parte del governo forse già nella giornata di oggi, invece che il 16 o il 18 di agosto. L'eventuale scelta di un divieto di short selling potrebbe quindi avere anche il senso di una rete prottettiva contro quel sovrappiù di instabilità finanziaria che puo' derivare dalle incertezze della politica.
Va ricordato, tuttavia, che da noi sin dallo scorso 10 di luglio è stato introdotto l'obbligo di comunicazione delle posizioni ribassiste di rilievo (oltre lo 0,2 per cento) e secondo quanto sinora registrato in Consob le posizioni nette corte risultano esser contenute entro limiti fisiologici: nelle ultime settimane, infatti, non sarebbe stato superiore allo 0,31-0,32 della capitalizzazione del mercato.
Questa modesta attività di short selling, peraltro, non avrebbe riguardato le banche e si sarebbe invece concentrata soprattutto sui titoli industriali.

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