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Questo articolo è stato pubblicato il 11 agosto 2011 alle ore 06:43.

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MILANO
Una seduta da dimenticare. Non succedeva dai giorni del fallimento della Lehman Brothers di vedere cali di queste dimensioni. Piazza Affari, la peggiore in Europa, ha visto sprofondare l'indice Ftse Mib del 6,65% e il Ftse All Share del 6,07%, bruciando, in una sola seduta, 22 miliardi di euro, portando così la capitalizzazione a circa 330 miliardi di euro. Il crollo della Borsa italiana riporta le quotazioni sui minimi dell'anno, sotto i livelli del 20 marzo 2009, pericolosamente vicino al minimo toccato il 9 marzo di due anni fa.
Tutto è successo in poche ore, sconvolgendo una seduta iniziata sotto i migliori auspici dopo i forti guadagni di Wall Street di martedì. Poi a metà mattina le prime voci sull'ipotesi di declassamento della Francia che, se si concretizzasse, metterebbe a rischio i fondi europei per il salvataggio dei Paesi periferici. Voci smentite dalle agenzie di rating Fitch e Moody's. Anche Standard & Poor's che qualche giorno fa aveva confermato il rating, ha detto di volere mantenere il suo giudizio.
Un rincorrersi di rumors fino alle voci su Societe Generale che hanno trascinato al ribasso tutte le banche europee e con esse anche quelle italiane (vedi servizio a pag.4).
Il calo è stato generalizzato anche sugli altri settori che nei giorni scorsi avevano recuperato terreno. A cominciare dai titoli ciclici, quelli più sensibili all'andamento dell'economia: Fiat e Fiat Industrial hanno lasciato sul terreno rispettivamente l'8,23% e l'8,26%, Impregilo -6,54%, Pirelli -2,7 per cento. Male le utility e le tlc: Enel perde il 6,37%, Eni 5,73%, A2A 5,38% e Telecom Italia -3,7 per cento. Segno negativo anche per Prysmian che ha chiuso a -9,81% e Buzzi -9,47 per cento.
A salvarsi è stato solo il lusso con Tod's che ha chiuso in progresso del 2,54% e Ferragamo arrivato a guadagnare fino al 4 per cento. In questa fase gli operatori continuano a credere nella maggior capacità di fronteggiare la crisi dei titoli dell'alta moda confortati anche dai conti oltre le attese diffuse ieri da Ralph Lauren. Positivo anche il settore alimentare con Parmalat che, dopo i recenti cali, ha chiuso in rialzo del 2,06% sostenuta dai risultati migliori del previsto annunciati da Nestlé. Fra i titoli a minore capitalizzazione a Piazza Affari, da segnalare il calo del 9,98% di Saras che ieri ha presentato i risultati del primo semestre chiuso con una perdita netta adjusted di 44,3 milioni a fronte di un utile per 2,4 milioni del corrispondente periodo del 2010. Male anche Dea Capital che ha ceduto il 15,51% mentre tra i media Mondo Tv guadagna il 3 per cento. Gli acquisti sono stati concentrati su una manciata di titoli fra cui l'immobiliare Igd che ha guadagnato il 4,41%. Bene anche i farmaceutici: Sorin guadagna il 3,09 per cento. Segno positivo su Acegas +4,9%, Gas plus +4,5 per cento. Stesse tendenze nel resto d'Europa con le vendite hanno riguardato trasversalmente tutti i settori e tutte le piazze. Il Dj Stoxx di settore degli assicurativi ha perso il 5,34%, quello delle banche il 6,54%, l'auto il 4,49% e le costruzioni il 5,12 per cento.I timori sull'economia hanno pesato sulle materie prime e Kazakhmys ha così ceduto il 7,74% mentre Antofagasta è arretrata del 5,06% entrambe quotate a Londra. I nuovi record dell'oro hanno invece spinto Randgold che ha guadagnato il 4,74 per cento. Come a Piazza Affari, anche a Francoforte è stata un'altra giornata pesante per gli energetici e le utilities. E.On dopo aver annunciato una forte perdita trimestrale accompagnata da un duro piano di ristrutturazione ha perso un altro 10,98% mentre il suo concorrente Rwe ha ceduto il 9,74%.
Una giornata che passerà alla storia perché paragonabile soltanto i giorni del fallimento di Lehman Brothers. Pochi giorni dopo il crack della banca americana avvenuto il 15 settembre Piazza Affari, il 6 ottobre 2008 perse l'8,24% travolta dalle vendite del comparto bancario. Il calo del 6 ottobre fu il più forte mai registrato da Piazza Affari dalla data della sua privatizzazione nel 1998, più forte anche del -7,24% registrato dopo la tragedia dell'11 settembre. Per trovare un altro crollo di quelle proporzioni bisognerà poi attendere il 14 maggio 2010 con Milano che lasciò sul terreno il 5,26% in uno dei passaggi più delicati della crisi sul debito con i timori di un fallimento di Atene. Altra giornata da dimenticare è stata quella della scorsa settimana, il 4 agosto, trascinata al ribasso dai timori sul debito dell'Italia: ma allora il calo si fermò al 5 per cento.
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I NUMERI

22 miliardi
Il valore bruciato
Nella sola seduta di ieri la Borsa italiana ha perso 22 miliardi di euro in termini di capitalizzazione.
330 miliardi
Il valore totale
La capitalizzazione di Borsa delle società quotate a Milano è scesa a quota 330 miliardi di euro: si tratta del livello più basso dal 20 marzo 2009, un valore pericolosamente vicino al minimo del 9 marzo toccato due anni fa.

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