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Questo articolo è stato pubblicato il 15 agosto 2011 alle ore 08:15.
TOKYO - Terzo trimestre consecutivo a passo del gambero per l'economia giapponese: nel periodo aprile-giugno il prodotto interno lordo si è contratto a un tasso annualizzato reale dell'1,3% % e dello 0,3% sul precedente trimestre. La terza economia mondiale, insomma, si trova in piena recessione tecnica, dopo che il terremoto dell'11 marzo scorso ha vanificato il recupero che tutti attendevano a ruota della debole performance degli ultimi tre mesi del 2010, facendo avviare il 2011 con una performance trimestrale rivista a -3,6% (e -0,9% sui precedenti tre mesi).
Il dato annunciato a Ferragosto (giorno della festività giapponese di "obon") è comunque migliore delle aspettative degli analisti, che pronosticavano una contrazione quasi doppia presumendo effetti più pesanti e duraturi del terremoto dell'11 marzo scorso. La Borsa di Tokyo ha chiuso in territorio positivo: +1,4% l'indice Nikkei a quota 9.086 ,41 punti e il Topix a 777,12 (+1.2%). Si tratta del maggiore incremento su base quotidiana da quasi due mesi per i mercati finanziari nipponici, dopo una settimana di estrema volatilità.
Il Pil è andato male, quindi. Ma meglio del previsto. Alle conseguenze negative sui consumi si sono aggiunti quelli sulla catena manifatturiera, interrotta dalle carenze di componentistica essenziale di cui la regione del Tohoku (Giappone settentrionale) è un grande produttore. Il maggior fattore che ha inciso sul calo del Pil, non a caso, sono state le esportazioni, che hanno tolto 0,8 punti percentuali al Pil in seguito alla minore produzione; negativi anche i consumi (-0,1) ma positivi gli investimenti di capitale (cresciuti dello 0,2%).
Resta però incerta la questione della velocità e dell'intensità del recupero di una economia che deve affrontare altri venti contrari: dal rafforzamento dello yen che tende a penalizzare le esportazioni al rischio di una recessione globale che ridurrebbe la domanda per un Made in Japan già meno competitivo, fino alle possibili carenze di energia legate alla chiusura della maggior parte dei reattori nucleari post-Fukushima. Il governo ha appena ridotto le sue stime sul Pil nell'esercizio in corso (che si chiuderà a fine marzo 2012) a un modesto 0,5%, che sarebbe seguito da una robusta performance l'anno prossimo una volta che gli stimoli per la ricostruzione entreranno a regime. Ma in una situazione di estrema incertezza sui mercati finanziari, le previsioni al di là del breve periodo lasciano il tempo che trovano.
Il Giappone potrebbe essere il prossimo paese avanzato ad essere declassato da una agenzia di rating: Moody's concluderà a fine agosto la sua analisi sul paese, che ha già messo sotto osservazione per un possibile downgrading del rating di AA2 (equivalente a quello che assegna all'Italia), il terzo più alto (mentre Standard & Poor's ha già declassato Tokyo al quarto rating più alto nella sua scala). D'altra parte, ora buona parte degli analisti prevede un ritorno del Pil al segno positivo nel trimestre in corso. Sul bilancio statale, pero', peserà la terza e più consistente manovra di stimolo alla ricostruzione, che è in via di delineazione in una situazione politica confusa, in attesa delle dimissioni del premier Naoto Kan che dovrebbero avvenire entro fine agosto dopo il passaggio parlamentare di un paio di provvedimenti importanti relativi alla getsione delpost-terremoto e alle energie alternative.
Il più accreditato dei candidati alla successione è l'attuale ministro delle Finanze Yoshihiko Noda, 54 anni, che ieri ha proposto una "Grande Coalizione" di unità e salvezza nazionale coinvolgendo i due principali partiti di opposizione, per affrontare meglio i problemi del debito e del rilancio del paese. Il Partito democratico è attualmente al governo, ma controlla solo la Camera Bassa dopo aver perso le successive elezioni per l'altro ramo del parlamento, la Camera Alta (oggi controllata dal Partito Liberaldemocratico). Noda ha segnalato di essere pronto a intervenire di nuovo sul mercato dei cambi - dopo la mossa del 4 agosto - per frenare l'ascesa dello yen. Secondo gli analisti di Barclays, questa settimana lo yen potrebbe toccare un nuovo record storico ritoccando il precedente massimo di 76,25 sul dollaro.
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