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Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2011 alle ore 06:41.

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Quella febbre del trading minuto per minutoQuella febbre del trading minuto per minuto

Giorni da "scalper". In Borsa la volatilità, seppur ieri in calo, rimane alta: indici, e titoli, che vanno su per, poi, virare all'ingiù; e di nuovo, ritornare su. Un campo minato per investitori che sfruttano i fondamentali. Una vera e propria manna per gli operatori che comprano e vendono velocemente, seguendo la singola azione tick dopo tick.

«È una situazione da non lasciarsi sfuggire», dice Giovanni Borsi, trader professionista di lungo corso. «Tanto che - fa da eco Davide Biocchi, vincitore del premio Top trader di Borsa 2007 - abbiamo aumentato l'attività: da poche decine di operazioni a oltre 300 al giorno». In alcuni casi, addirittura un migliaio.

Raggiunti al telefono dal Sole 24 Ore in quel di Parma i due trader, insieme alla meno esperta Luana Velardo, si prendono una breve pausa da terminali e book operativi. «Abbiamo deciso di operare insieme - spiega Borsi - perché sei occhi vedono meglio di due. Di solito, ci scambiamo opinioni via e-mail o con Skype. Tuttavia, in simili situazioni, il trader solitario è meno efficiente: il rendimento sarebbe minore. Così, mettiamo in atto le nostre strategie in pool».

Alla mattina lo sguardo, immancabilmente, è focalizzato sui future dell'Eurostoxx o del Dax di Francoforte. «Quest'ultimo, di recente - spiega Biocchi -, appena tenta di alzare un po' la testa, cioè di forzare al rialzo, viene subito venduto». Il segno, evidentemente, dell'attuale pressione ribassista. «La quale, peraltro, non mi sembra il risultato di vendite in massa allo scoperto: in realtà, si tratta di "sell" netti: o fondi che temono dei riscatti; oppure istituzionali che non credono più in un determinato titolo».

Titolo, o azione, che dev'essere monitorato fin dai primi ordini della giornata. «La nostra operatività - aggiunge la Velardo - è concentrata, soprattutto, tra le 9.00 e le 10.30. In particolare, è essenziale passare ai raggi x l'andamento del titolo durante l'asta di apertura. Se questo rimane forte anche durante gli scambi in continua, allora può essere un "tema" su cui aprire una posizione d'acquisto». Al contrario, se la società dà segnali di debolezza si crea «l'opportunità per una strategia short».

«È, ovvio - riprende Biocchi -, che ci sono intuizioni facili e intuizioni difficili». Vale a dire? «Il divieto di short selling sui finanziari ha reso più complessa e difficoltosa l'attività sui book di quelle azioni. Giocoforza, era necessario trovare anche altri temi». Così, dopo le novità introdotte dalla recente manovra ferragostana, «è stato quasi lapalissiano, optare per un'attività ribassista sugli energetici».
Che detta così sembra semplice. «Al contrario, in una Borsa volatile come l'attuale il rischio di prendere una "facciata", con l'azione che ri-traccia, è dietro l'angolo». Anche perché la velocità di salita di una società, in simili contesti, è molto minore di quella in discesa. Per questo la copertura è sempre d'obbligo: «Se vado lungo su un asset finanziario - riprende Borsi - mi coprirò andando short su un altro titolo, o future, e viceversa. Alla fine della giornata non rimango mai con posizioni aperte: il rischio è troppo alto».

Già, il rischio. Sono molti quelli che, in un simile mercato adatto solo agli investitori iper-esperti, comunque non perdono il "vizietto" dell'operatività. «È vero - sottolinea la Velardo -. Anche quest'ultimo aspetto, però, è utile per individuare il possibile trend di un titolo: le piattaforme di trading online, infatti, sono usate essenzialmente da investitori retail». E quindi? «Basta analizzare i volumi delle azioni più scambiate su quel sistema e, indirettamente, desumere se i piccoli operatori sono in acquisto o in vendita. La giusta strategia è andare "contro" la massa dei piccoli che, di solito, è "contrarian" agli istituzionali».

I quali, alla fine, fanno sempre e comunque il mercato. Tanto che «bisogna riuscire ad individuarne il trend. Alle volte riesce altre no. L'importante è controllare il proprio ego: l'overconfidence, la troppa fiducia in sé stessi, gioca brutti scherzi».

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