Sono diverse le modalità per puntare sull'oro. Chi vuole toccare con mano il proprio investimento può dirigersi sul metallo fisico, come monete d'oro o lingotti. Il consiglio, in questo caso, è di fare riferimento ai banchi metalli autorizzati da Banca d'Italia, perché, al contrario dei classici negozi "compro-oro", sono soggetti alla vigilanza dell'istituto centrale.

La forma tradizionale di acquisto d'oro è comunque costituita dalle monete da investimento. Il vantaggio? Anzitutto il loro prezzo non subisce il rincaro dei costi di manifattura - che invece sono da sostenere nel caso dei prodotti di gioielleria - visto che si paga solo l'oro fino contenuto. In secondo luogo, così come nel caso dei lingotti, la transazione è esente da Iva. Per evitare problemi di liquidabilità, meglio affidarsi alla sterlina britannica, di cui circolano oltre un miliardo di pezzi in tutto il mondo.

Chi non volesse sostenere costi di stoccaggio o di assicurazione di lingotti o monete da investimento può invece pensare a strumenti finanziari quotati, come gli Etp (Exchange Traded Products). Alla Borsa di Milano sono circa una quindicina, tra Etf, Etc ed Etn, i veicoli che a costi contenuti replicano più o meno fedelmente l'andamento dell'oro quotato a Londra. Chi compra una quota, anche piccola, degli Etc (Exchange Traded Fund) compra una pari quantità d'oro che è accantonata in una caveau bancario dall'emittente. In caso di default della controparte, l'investimento è garantito quindi dai lingotti fisici. Attenzione: in questo caso i costi possono essere anche differenti tra un prodotto all'altro. Meglio quindi verificare il Ter (Totale expense ratio) di ogni strumento e confrontarlo. La tassazione fiscale è invece al 12,5%. Infine, è possibile investire anche sulle aziende aurifere, ma in questo caso ci si espone anche a fattori esogeni, come l'indebitamento societario o i cicli azionari.

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