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Questo articolo è stato pubblicato il 24 agosto 2011 alle ore 08:15.

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MILANO. La Consob ieri ha messo in mora Moody's. Riservando così all'agenzia di rating lo stesso trattamento riservato nei giorni scorsi alla "sorella" S&P. Secondo fonti vicine alla Commissione, infatti, «la Consob ha trasmesso all'Esma il proprio parere in merito al rilascio dell'autorizzazione ad operare» per le due società. Ebbene, «la Commissione - sempre secondo quanto riferito dalle fonti -, nel formulare il previsto parere preliminare di sua competenza, ha ritenuto che, al momento, le due agenzie non abbiano integralmente soddisfatto i requisiti richiesti dalla normativa europea». Di conseguenza, in questa fase per altro intermedia del procedimento, «non è stato possibile rilasciare un parere positivo».

È stato così richiesto alle due società di adeguare le proprie procedure al fine di renderle «pienamente aderenti alla normativa europea». Riguardo, invece, alla terza maggiore agenzia, Fitch? L'istruttoria, a quanto si apprende, è in corso e la Consob dovrebbe esprimersi a breve.
Per Moody's e S&P, che possono comunque proseguire la propria operatività in Italia, la palla adesso è nel campo dell'Esma. Cioè, di quell'Authority europea di supervisione dei mercati diventata operativa il primo gennaio scorso. E che costituisce un punto cardine della riforma voluta da Bruxelles sulle agenzie di rating stesse. In virtù di un regolamento della Commissione, infatti, quest'ultime in Europa sono diventate soggetti vigilati e, per poter operare, devono essere registrate e certificate per l'appunto dall'Esma.

Un «ok» che l'Authority di Parigi, presieduta dall'olandese Steven Maijoor, rilascia dopo aver sentito i pareri preliminari espressi dalle singole autorità, come la Consob. Ogni commissione nazionale si pronuncia nel merito per quel che riguarda le filiali che operano nel rispettivo Paese.
Lo stop imposto dalla Consob, e di cui si è avuta notizia ieri, è una nuova "impasse" per le due società. Va ricordato, infatti, che nei mesi scorsi la Procura di Trani ha avviato un'inchiesta, nel caso di Moody's, in merito alle modalità con cui è stato annunciato in maggio il taglio dell'outlook di 16 banche italiane. Per quanto riguarda invece S&P, l'indagine riguarda i giudizi espressi sulla manovra finanziaria. La nuova situazione, sarebbe comunque distinta e ben separata da quest'ultime vicende.

Che il dibattito, rispetto alle agenzie di rating, sia comunque caldo non può negarsi. Proprio a fine luglio scorso, la commissione Finanze della Camera ha approvato all'unanimità una risoluzione di condanna nei confronti delle società di rating. Pesante l'atto di accusa: le agenzie, si legge nella risoluzione, all'inizio della crisi, sono state «incapaci di valutare con il dovuto anticipo alcune patologie registratesi con riferimento ai mutui sub prime». Inoltre sarebbero viziate «da conflitti di interesse» e opererebbero in «sostanziale oligopolio». Accuse che le agenzie hanno sempre respinto.

Ieri, la mossa della Consob, cui S&P, raggiunta dal Sole 24 Ore, ha replicato con un «no comment».

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