Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 26 agosto 2011 alle ore 08:56.

My24

Tutti credono che Steven P. Jobs abbia un posto assicurato nell'Olimpo della tecnologia. Ma dopo aver trascinato un'azienda dal fallimento (1996) fino al primo posto della capitalizzazione mondiale di Borsa (primato che in questi giorni contende a Exxon Mobile), siede anche nell'Olimpo dell'industria e in quello della finanza. La Apple valeva 5 dollari, quando viene chiamato a salvare l'azienda dalla quale era stato cacciato. Valeva 10 dollari, quando Jobs lancia l'iPod un mese dopo l'11 settembre e tutti gli danno del pazzo. Ieri, il titolo ha chiuso a quota 373,72 dollari (-0,65%), pari a una capitalizzazione di 348,7 miliardi.

La progressione del conto economico è impressionante: 5,7 miliardi di ricavi nel primo anno dell'iPod, 24,5 cinque anni dopo, 65,2 nell'ultimo bilancio e molto probabilmente oltre quota 100 nell'esercizio che si chiude a settembre. L'anno scorso, l'utile netto è stato di 14 miliardi. La Apple non ha un centesimo di debiti. Ma tiene in cassa (fra cash e titoli a breve termine) 28,4 miliardi di dollari.

Nelle scorse settimane di turbolenza finanziaria, non solo il titolo ha retto bene, ma più di un analista ripeteva che la Apple è – a conti fatti – sottovalutata. Il rapporto prezzo/utili è di 14,7. Ma scende intorno a 8 se si tiene conto delle stime sui profitti 2012. I quali, sono già scritti nelle stelle.

Il mercato si attende l'arrivo a ottobre dell'iPhone 5, le cui vere caratteristiche (a parte lo schermo più grande) sono ignote: eppure, secondo una recente indagine di mercato, il 34% dei consumatori americani dice di essere pronto a comprarlo. Pare che l'iPad 3 sia stato posticipato al 2012, ma i numerosi rivali sono già sul chi-va-là: la Hp ha abbandonato i Pc dopo che il suo TouchPad è stato letteralmente snobbato da milioni di utenti felici dell'iPad.

Aggiungiamo che la Apple si è trasformata anche in una distributrice di contenuti digitali (applicazioni software, musica, cinema, libri) che le portano un fiume di dollari a getto continuo, e si capisce che – nel breve e medio termine – non ha nessun timore di perdere il suo appeal, né sul mercato tecnologico, né su quello finanziario: anche qualora Jobs non dovesse più presentarsi alle sedute del consiglio di amministrazione.
Del resto, anche quest'ultimo atto di una lunga uscita di scena – a due mesi dall'uscita di «Steve Jobs», la prima biografia autorizzata del genio di Cupertino – sembra preparata con la meticolosità del Mac o dell'iPad.
«Il vero rischio è che, per sostenere la crescita, Apple deve innovare nel lungo periodo», si legge in un rapporto pubblicato ieri da Credit Suisse che, come molti altri, punta su un target price di 500 dollari. Se il titolo, che aveva brevemente superato i 400, non si è spinto così in alto è perché il mercato già scontava la malattia del nume tutelare di Apple (che è anche il primo azionista della Disney).

Così, se nel lungo periodo la squadra che prende il timone non dovesse rivelarsi all'altezza dell'uomo che – di fatto – ha fondato la Apple due volte, il titolo perderà lo status di regina di Borsa. Ma se (come ormai sperano milioni di utenti soddisfatti) il team riuscirà a stupire ancora il mercato della tecnologia, il titolo Apple, per caro che sembri, sarebbe oggi sottovalutato.

Il trionfo personale di Steven P. Jobs è già scritto nella storia. Anche ai piani alti della tecnologia, dell'industria e della finanza, non avevano mai assistito a nulla del genere.

Commenta la notizia

Listino azionario italia

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Principali Indici

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.

Shopping24

Dai nostri archivi