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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2011 alle ore 07:47.
Per il mercato della gomma si prospetta una fase di domanda in frenata. La richiesta di caucciù naturale dovrebbe apparire in flessione nel breve termine mentre l'output dei principali paesi produttori con tutta probabilità rischia di rallentare nel terzo trimestre. La conferma arriva dall'Associazione dei paesi produttori di gomma naturale, che mette in correlazione il calo della domanda della commodity con un possibile rallentamento dell'economia globale: un'eventuale ripresa economica dovrebbe infatti impiegare alcuni mesi per entrare a regime mentre, d'altra parte, il calo dei prezzi registrato a partire da agosto potrebbe scoraggiare i coltivatori nel migliorare l'output. Non a caso la produzione dei paesi membri, che rappresenta oltre il 92% del totale mondiale, potrebbe crescere del 3,3 per cento, a 2,77 milioni di tonnellate nel periodo luglio-settembre, confrontato con il 12,1 per cento di un anno prima. L'aumento dell'offerta, d'altra parte, nel primo e secondo trimestre è stato pari, rispettivamente, al 10,5 e 4,9 per cento.
Ieri intanto le quotazioni del caucciù sono aumentate. A preoccupare sono le intense piogge che hanno spazzato in queste ultime settimane le coltivazioni in Thailandia, il maggior produttore mondiale. I future sulla gomma con consegna gennaio hanno guadagnato oltre l'1%, a 362,6 yen al kilogrammo (4.727 dollari per tonnellata). Il contratto più scambiato ha guadagnato l'1,9% la scorsa settimana, facendo segnare così il primo rialzo dal 29 luglio. Ad acquistare, secondo le indicazioni di alcuni trader, sarebbero in particolare i compratori cinesi, che oggi rappresentano il 35 per cento della domanda globale. La Cina, a partire da luglio, starebbe infatti ricostituendo le scorte dopo mesi di forte calo: i livelli di materia prima stoccati presso i magazzini monitorati dalla Shanghai Futures Exchange sono aumentati dell'11,7%, a 24.568 tonnellate.
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