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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2011 alle ore 07:34.

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«Nessun pericolo di mancare l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013». Silvio Berlusconi coglie l'occasione della cornice parigina della conferenza sulla Libia per rassicurare Commissione e principali partner europei dopo i continui cambi di scena sulla manovra.

«Ho dato rassicurazioni che manterremo gli impegni e che raggiungeremo il pareggio di bilancio nel 2013» dice il premier, precisando di averne parlato con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e con il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso, anche loro presenti alla conferenza sulla Libia. Inevitabile, a margine dell'evento di Parigi, entrare nei dettagli di una manovra di difficile gestazione – «ma non ci sono problemi per l'approvazione in Parlamento» – e che lascia aperte incognite sui saldi.

Di qui il riferimento ancora una volta all'aumento dell'Iva, arma che il premier ha sempre tenuto in considerazione. Stavolta Berlusconi torna sul tema con un'ipotesi nuova di zecca, l'innalzamento di due punti ma limitato a un trimestre. «L'aumento dell'Iva – commenta – è una riserva, noi non l'abbiamo utilizzata ma passando dal 20 al 21% avremmo 4 miliardi in più. Sono lì a disposizione e con un provvedimento il premier può attuarlo da un giorno all'altro. È una clausola di salvaguardia assoluta per raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013». Poi l'ipotesi dell'aumento a tempo: «Se fosse necessario l'Iva potrebbe passare dal 20 al 22%, ad esempio per tre mesi».

Di certo il premier lascia intendere che il tema è destinato a restare al centro del dibattito e per questo «cianciare sull'Iva non ha nessun senso, in un'occasione come questa in cui abbiamo dovuto chiedere l'intervento della Bce per difenderci dalla speculazione internazionale che dopo Grecia, Irlanda e Portogallo mirava a fare affari con i titoli del debito pubblico italiano che abbiamo ereditato dai precedenti governi».

Insomma, il Cavaliere ostenta sicurezza sul percorso della manovra ed è convinto di poter arginare le possibili preoccupazioni dell'Unione europea che non più tardi di due giorni fa, con il commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn, aveva tenuto a sottolineare come Bruxelles seguirà «con particolare attenzione» gli sviluppi futuri, soprattutto per quanto riguarderà le «riforme strutturali per la crescita». Compattezza è un altro concetto che il premier tiene a fare emergere per dare un segnale alla Ue ma anche agli altri osservatori di peso, vedi Bce e Germania, che aspettano con attenzione un quadro definitivo della manovra.

«Non ci sono problemi per quanto riguarda il Parlamento – ribadisce Berlusconi –. Si è cianciato di divisioni all'interno del Pdl che è fatto di libere persone che esprimono le loro preoccupazioni e le loro opinioni ma sanno che cos'è la disciplina di partito e l'interesse del Paese». Quindi, è la promessa, nessun ostacolo sull'ultimo metro, «al momento del voto sono sicurissimo che tutti andranno nella direzione che il nostro Governo avrà scelto sempre per il bene dell'Italia». E ancora una volta il pensiero corre a chi viene accusato di remare contro. «Purtroppo in Italia – dice poco prima di lasciare Parigi – abbiamo un'opposizione e una stampa di sinistra anti-italiana», che ha un atteggiamento «criminale» capace di «influenzare negativamente i mercati e aizzare la speculazione».

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