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Questo articolo è stato pubblicato il 09 settembre 2011 alle ore 08:10.

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Appese al filo delle Bce prima e della Fed poi, le Borse hanno reagito con un certo nervosismo allo svolgersi dei due non eventi. Ma, nel caso di Wall Street, si direbbe che i comportamenti siano stati dettati da una perfetta schizofrenia. Un non evento è stata la decisione della Bce di lasciare immutati i tassi e di far capire che semmai potrebbero scendere, come s'aspettava gran parte degli economisti.

Un assoluto non evento è stato il discorso di Ben Bernanke che ha ripetuto quello che già aveva detto due settimane fa a Jackson Hole, rimanendo fedele alla promessa fatta allora di non dare dettagli fino all'incontro del 20-21 settembre: cosa del tutto scontata e perfettamente preannunciata da un articolo del WSJ. Invece, il future sull'indice S&P, balzato di circa 17 punti (l'1,4%) dopo i deludenti numeri sull'occupazione (poiché ogni brutta notizia aumenta la disponibilità della Fed a soccorrere i mercati), ha ripreso a scendere nel tardo pomeriggio, per precipitare dopo le scontate parole di Bernanke.

La reazione è incomprensibile se si pensa che gli operatori hanno tutti lamentato l'assenza di quelle novità che, nelle dichiarazioni della vigilia, nessuno s'aspettava. «Il mercato ha reagito con disappunto poiché la Fed ha solo preso atto dei problemi, senza offrire una soluzione», ha dichiarato il capo analista di Fx Solutions, sintetizzando il banale pensiero dei suoi colleghi. Il mercato è in questo caso Wall Street, poiché quello dei titoli di Stato, in realtà più direttamente interessato a un possibile nuovo quantitative easing (QE) o, meglio, a quella che già tutti chiamano operazione Twist (acquistare Treasury di lunga durata e vendere quelli a breve), non ha di fatto reagito: i rendimenti del decennale, al 2% prima del discorso di Bernanke, sono calati di un insignificante centesimo.

Poco comprensibili sono state pure le reazioni sul mercato valutario. L'euro si indebolisce dopo le parole di Jean Claude Trichet: e può essere logico, se si pensa che la Bce potrebbe tagliare i tassi il prossimo mese. Ma il dollaro continua ad apprezzarsi per tutta la seduta e addirittura vola dopo il discorso di Bernanke. Eppure quest'ultimo, al di là dei dettagli pretestuosamente invocati dagli operatori, ha fatto chiaramente intendere che la Fed userà tutti gli strumenti possibili per tentare di risollevare le sorti dell'economia. E ulteriori stimoli monetari, notano gli economisti, dovrebbero suonare negativi per la valuta Usa, come s'è visto nei precedenti QE. In realtà il dollaro è stato forte per l'intera giornata sul paniere delle principali valute (compreso il franco svizzero), riguadagnando i livelli dello scorso marzo. Vale la pena notare come, negli ultimi due anni, ogni rafforzamento della valuta Usa abbia coinciso con la chiusura delle posizioni sulle attività a rischio. E questa potrebbe essere la chiave di lettura, visto che dopo il discorso di Bernanke hanno perso terreno anche le principali materie prime (petrolio e rame). A salire, di conseguenza, è stato solo l'oro.

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