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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2011 alle ore 09:50.

I target di Fiat e Chrysler per il 2011 sono confermati, ha detto l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, al salone di Francoforte, ma ha aggiunto: 2011 e 2012 saranno anni difficili per il mercato. Sulle indiscrezioni sull'accordo Suzuki-Wolkswagen, apparentemente rotto perché la casa giapponese starebbe trattando con quella di Torino: «Parliamo con tutti» è stata la risposta di Marchionne alla domanda su Suzuki.
La manovra
Poi il manager ha risposto a diverse domande: la manovra italiana? «Deve essere credibile, la manovra bis, con le misure sui contratti aziendali - ha aggiunto - ha dato alla Fiat e alle imprese italiane quello che serviva. Ora abbiamo la certezza di poter gestire». Mentre i negoziati con i sindacati di Chrysler - il termine dei negoziati con i sindacati della casa americana scade domani - non sono ancora conclusi e non ho un contratto ancora. Non siamo vicini». Infine una considerazione complessiva: il mondo sta guardando all'Italia per vedere come affronta la crisi del debito sovrano e per questo bisogna fare le cose seriamente ed essere credibili a livello internazionale.
Capitolo Borsa
«Non me ne importa niente dell'andamento del titolo (Fiat, ndr). C'é
uno sconto Italia sul valore dell'azione». Così ai giornalisti l'a.d. di Fiat.
Germania (goffa) copiona
Le case automobilistiche tedesche non preoccupano la Fiat nelle auto piccole perchè «stanno cercando di imitare, in una maniera molto goffa, quello che stiamo facendo noi», ha detto Marchionne parlando della concorrenza tedesca nel segmento delle auto più piccole, a partire dalla Volkswagen che lancia la Up al salone di Francoforte.
Cina
«Da una parte se le autorità della Cina dovessero trovare la capacità di assorbire il debito italiano sarebbe un segno di fiducia nel Paese, dall'altra il fatto che siamo dovuti andare là di per sè non è un buon segno». Cosi l'a.d. della Fiat, Sergio Marchionne, ha commentato la notizia che il governo italiano avrebbe chiesto alla Cina di acquistare titoli di Stato. Mentre, a livello industriale, l'arrivo di eventuali investitori cinesi sarebbe ben accolto dalla Fiat. «Non ho la minima idea - ha affermato Marchionne - ma se dovessero esserci investitori cinesi che dio li benedica, che vengano. Tutto aiuterà. Abbiamo già ottime relazioni con loro».
Art. 8, da Sacconi mossa importantissima
Marchionne ha anche fatto riferimento all'art. 8, dicendo che la mossa fatta dal ministro Sacconi «è importantissima» e comincerà a dare non solo alla Fiat, ma a tutti quelli che vogliono investire in Italia la certezza che consente di gestire: «Abbiamo la certezza di poter gestire che era la cosa importante per noi. Quello che serviva ci è stato dato, non solo a noi ma anche a tutti gli altri industriali. Cerchiamo di non trovare il pelo nell'uovo. Non voglio parlare di gente che si arrabbia. Facciamo le persone serie», ha aggiunto a proposito delle critiche dei sindacati. «Il provvedimento - ha concluso Marchionne - è di una chiarezza assoluta: se la maggioranza dei lavoratori è d'accordo con una proposta questa va avanti, così riusciamo a gestire qualcosa. È una cosa assolutamente civile».
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