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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2011 alle ore 06:44.
FRANCOFORTE. Dal nostro inviato
Il mercato europeo nel 2011 e 2012 sarà difficile, ma noi non rivediamo per ora i target economici e siamo pronti ad ampliare l'intesa con la Suzuki. L'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne ha assistito ieri (affiancato dal presidente John Elkann e da suo fratello Lapo) alle conferenze stampa del gruppo torinese al Salone di Francoforte. La più importante ha visto la presentazione da parte di Olivier François - nominato da poco alla guida della marca Fiat - di un modello fondamentale per il suo rilancio: la nuova Panda, che inizierà a uscire dalla linea di montaggio di Pomigliano ai primi di novembre e arriverà sul mercato nei primi mesi del 2012. La nuova Panda venderà, ha detto Marchionne, «attorno alle 200mila unità, attorno al suo livello storico». Quanto alla concorrenza, come la Volkswagen Up - anch'essa lanciata in questi giorni - «i tedeschi stanno cercando di imitare, in una maniera molto goffa, quello che stiamo facendo noi».
Ieri Marchionne ha aperto a una più stretta collaborazione con Suzuki, cui Fiat fornisce motori diesel e che proprio in questi giorni ha annunciato di voler "divorziare" dalla Volkswagen. «Sono sempre stato aperto a cooperazioni che permettano di ridurre i costi» ha detto Marchionne. Abbiamo una relazione bellissima con Suzuki come azienda e con mister Suzuki. Siamo più che disposti a darci una mano a vicenda». Per quanto riguarda il mercato russo, Fiat spera di chiudere con un partner locale entro la fine dell'anno, secondo fonti vicine al Lingotto. Il top manager ha anche discusso a lungo con Ratan Tata lo stato dell'alleanza in India, un'alleanza che non ha dato i frutti sperati e che entrambi i partner hanno detto di voler modificare.
Il dossier più scottante resta però quello del futuro ruolo della fabbrica di Mirafiori, dove l'impegno preso con i sindacati prevede venga prodotto un SUV per Alfa Romeo e Jeep. Marchionne ha assicurato che la decisione arriverà «a settimane». Il tasso di cambio euro-dollaro non è la variabile principale, anche perché l'euro è tornato a scendere rispetto alla valuta americana (secondo il manager «l'euro non ritornerà ai valori che abbiamo visto nel passato») e «a questi livelli i potenziali problemi per Mirafiori sono stati minimizzati». Dipenderà dalla domanda, soprattutto in Europa: «È improbabile che la domanda più elevata sia negli Usa, perché lì preferiscono SUV più grandi». La congiuntura nel Vecchio continente, dove «il 2011 e il 2012 saranno anni difficili», è il nodo principale. In Italia «prevediamo un mercato intorno a 1 milione e 800 mila». Marchionne non è l'unico pessimista: Philippe Varin, della Peugeot, ha detto che la casa francese ha già avviato una riduzione degli stock per far fronte al possibile calo della domanda, e non ha escluso la chiusura di un impianto in Francia. Nick Reilly, presidente di Opel, ha ammesso che «le previsioni per il mercato europeo nei prossimi sei-dodici mesi sono meno brillanti di quanto non fossero sei mesi fa». Meglio va per Chrysler, secondo Marchionne «totalmente in linea con l'obiettivo di produrre 2 miliardi di dollari di risultato operativo».
Il negoziato con i sindacati di Chrysler «non è concluso e non siamo vicini». I rapporti sindacali restano tesi anche in Italia; Marchionne ha valutato ieri positivamente le modifiche all'articolo 8 dello statuto dei lavoratori introdotte con la recente manovra dal Governo, modifiche che «hanno tolto alcune delle valide ragioni per cui ce ne saremmo andati da Confindustria». Nei giorni scorsi, peraltro, anche la Sevel di Atessa - controllata Fiat - ha firmato un accordo con i sindacati (Fiom esclusa) in cui si riserva la possibilità di uscire da Confindustria Abruzzo a partire dal primo gennaio 2012».
Al di là della congiuntura, dice Marchionne, «mi dispiace che l'Italia venga considerata la grande malata dell'Europa». Il fatto che il Governo italiano abbia sondato la Cina per piazzare titoli di Stato è un segnale positivo o negativo? «Non so nemmeno come risponderle. Da una parte, se le autorità cinesi dovessero trovare la capacità di assorbire il debito italiano sarebbe un segno di fiducia nel Paese; dall'altra, il fatto che siamo dovuti andare là, di per se stesso non è un buon segno». Marchionne potrebbe incontrare domani qui a Francoforte il cancelliere tedesco Angela Merkel, che inaugurerà ufficialmente il Salone e farà visita agli stand.
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