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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2011 alle ore 10:01.

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L'aggravarsi delle crisi del debito in Europa, alla quale si è aggiunto oggi anche l'ulteriore declassamento dell'Italia da parte di Standard and Poor's, rende prudenti i banchieri cinesi. Bank of China, principale operatore sul mercato valutario cinese, ha deciso di bloccare tutte le transazioni a termine (forwards) e gli swaps (scambi) in valuta con varie banche europee.

Gli istituti coinvolti sono i tre francesi Societe Generale, Credit Agricole (recentemente declassati da Moody's) e BNP Paribas. Bloccate le transazioni anche con l'elvetica Ubs dopo la recente frode di un trader da 2,3 miliardi di dollari. Le operazioni sono state bloccate fin da lunedì 12 settembre. Una analoga decisione di sospendere gli swap in valuta con le banche estere era stata presa dai vari istituti cinesi durante il picco della crisi finanziaria nel 2008.

Nei mesi scorsi varie banche asiatiche hanno tagliato linee di credito e ridotto l'esposizione verso gli istituti europei, temendo il rischio di un default della Grecia e di qualche altro Paese a rischio. Per aggirare i crescenti costi di finanziamento in dollari e il rischio controparte sul mercato interbancario le banche europee hanno fatto crescente ricorso a linee di swap messe a disposizione dalla Banca centrale europea.

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