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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2011 alle ore 06:43.

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UniCredit rimborsa anticipatamente due bond da complessivi 1,5 miliardi di euro. L'operazione, riferita a obbligazioni decennali con facoltà di rimborso dopo 5 anni, è in linea con la prassi dei maggiori istituti internazionali, ma soprattutto sembra un segnale importante in tema di liquidità al mercato. Tutto questo arriva alla vigilia del consiglio di amministrazione della banca che si terrà oggi, a Milano. Il board, secondo quanto si apprende, andrà a esaminare le decisioni prese la scorsa settimana dai comitati di UniCredit (strategico, nomine e remunerazione) ed affronterà altri temi di ordinaria amministrazione come la semplificazione della parte italiana del corporate investment banking della banca. Sul tavolo del consiglio finirà dunque il dossier Mediobanca e il rinnovo in ottobre del consiglio di amministrazione di piazzetta Cuccia, di cui il gruppo guidato da Federico Ghizzoni è il primo azionista del patto di sindacato con l'8,66 per cento. UniCredit la scorsa settimana ha alzato il velo sulla propria rappresentanza in Piazzetta Cuccia, confermando i tre attuali consiglieri: il presidente Dieter Rampl, il vice-presidente Fabrizio Palenzona e l'imprenditore Roberto Bertazzoni. La scelta verrà così portata all'approvazione del board di oggi. La riunione, inoltre, sarà l'occasione per fare il punto su temi come il piano industriale, che sarà presentato il prossimo novembre. Il piano, secondo indiscrezioni, andrebbe nella direzione di una maggiore semplificazione dell'organizzazione della banca e nello stesso tempo in una sempre più alta specializzazione delle filiali. Per l'aumento di capitale, invece, secondo quanto riferito dallo stesso Ghizzoni in più occasioni, sarà necessario attendere l'approvazione dei conti del terzo trimestre (il 14 novembre) e il G20 (a Cannes il 3 e 4 novembre) che ratificherà i requisiti richiesti alle Sifi (Sistemically Important Financial Institutions). Solo allora, infatti, i vertici del gruppo potranno avere tutti i numeri per definire l'aumento di capitale, anche se le prime valutazioni sono già iniziate. Sul tema ricapitalizzazione alcune fondazioni hanno mostrato qualche perplessità. «Unicredit sta valutando se fare un aumento di capitale ma tenendo presente che noi abbiamo già aderito a due aumenti, per un terzo ci sarebbe qualche problema» ha detto Dino De Poli, presidente della Fondazione Cassamarca che detiene lo 0,7% del capitale della banca di piazza Cordusio. Ragionamenti condivisi anche dal presidente della Fondazione Banco di Sicilia Giovanni Puglisi.
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