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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2011 alle ore 19:33.

Mediobanca ha chiuso a giugno scorso l'esercizio 2010-2011 con un utile netto di 368,6 milioni, in calo dell'8% rispetto ai 400,8 milioni dell'esercizio precedente. Sul risultato hanno pesato poste negative non ricorrenti per 238 milioni riferibili in gran parte a rettifiche sulla quota in Telco (120 mln) e su bond greci (109 mln). L'ultimo trimestre, si legge in una nota, ha visto perdite per 50,3 milioni di euro, contro l'utile per 46,4 milioni dello scorso anno. All'assemblea degli azionisti verrà proposto un dividendo unitario di 17 centesimi, stabile rispetto allo scorso anno.

I risultati sono superiori al consensus degli analisti, che prevedevano un utile di 360 milioni per l'esercizio e perdite per 55 milioni nel trimestreI risultati sono sostanzialmente in linea con le attese degli analisti. A fine esercizio, il Core Tier1 si attestava all'11,2% (da 11,1% a giugno 2010). Le principali poste non ricorrenti che hanno influenzato il risultato dell'esercizio 2010/2011 di Mediobanca, chiuso il 30 giugno scorso sono le svalutazioni per 108,9 milioni di euro sui bond greci e per 119,6 milioni di euro sulla partecipazione in Telco, la scatola di controllo di Telecom Italia.

Mediobanca aveva in portafoglio 3,4 miliardi di titoli di stato italiani a fine agosto. È quanto emerso nella presentazione dei risultati di esercizio della banca. Alla stessa data i titoli di stato complessivi in portafoglio erano pari a 5 miliardi e l'esposizione verso la Grecia si è ridotta a 0,2 miliardi. Tuttavia secondo l'amministratore delegato, Alberto Nagel, che lo ha spiegato nella conference call sui risultati dell'esercizio 2010-2011 l'andamento molto volatile del mercato dei titoli di Stato delle scorse settimane non ha avuto un grande impatto sulle attività di piazzetta Cuccia. Sempre secondo Nagel, Mediobanca ritiene «adeguati» i suoi coefficienti patrimoniali, con il core tier 1 attestatosi all'11,2% al 30 giugno 2011.

Quanto alle strategie, Mediobanca punta a espandersi in Cina, Turchia e Russia. A dirlo, a conferma delle indiscrezioni circolate in proposito, l'amministratore delegato dell'istituto Alberto Nagel. «I Paesi che stiamo guardando - ha spiegato in conference call rispondendo alle domande degli analisti - sono Cina, Turchia e Russia, con approcci differenti dal momento che ognuno ha la proprie specificità. E vogliamo anche diventare più forti - ha aggiunto - nei Paesi in cui siamo già presenti, in particolare Francia e Germania».

In serata la notizia che S&P's ha tagliato i rating di Mediobanca e Intesa oltre che abbassato l'outlook di UniCredit.

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