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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2011 alle ore 18:56.
Bpm controcorrente in Borsa, tra i bancari, nel giorno dell'incontro dei sindacati con Bankitalia. Il titolo della banca di Piazza Meda è balzato anche di oltre 6 punti percentuali finendo poi la seduta a +4,88%. Il perché dell'anomalia sta nella svolta in atto sulle decisioni in vista per la governance, a cominciare dal sì condizionato dei sindacati all'introduzione del sistema duale durante l'incontro con la Banca d'Italia che si è tenuto questa mattina.
Dopo l'incontro le segreterie delle sigle Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca hanno diffuso una nota per dire sì al duale, ma «in una versione più rigorosa ed equilibrata di quella attualmente ipotizzata» e per affermare che «vedono con favore l'ingresso nella compagine sociale della Banca di investitori istituzionali che, aderendo al suo modello cooperativo, possano apportare rilevanti risorse finanziarie». Ai sindacati, che ora gestiscono la banca, potrebbe non essere piaciuta l'idea di un consiglio di sorveglianza, nel quale dovrebbero in futuro comparire i loro rappresentanti, forse non così efficace.
I meccanismi per l'aumento di capitale e la revisione della governance, entrambi chiesti da Bankitalia, sono comunque avviati. La tabella di marcia prevede che nel consiglio di amministrazione di martedì prossimo, il 27, vengano definiti l'ammontare della ricapitalizzazione fino a 1,2 miliardi e la riforma della governance, che potrebbe essere sottoposta al vaglio di un'assemblea straordinaria da convocare per sabato 22 ottobre. Il passaggio sarà preliminare alla definizione delle condizioni della ricapitalizzazione, che se tutto fila liscio potrà avvenire alla fine di ottobre. Comunque in tempo perché il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi lasci via Nazionale e passi alla guida della Bce con la 'pratica' Bpm chiusa.
In queste ore appare in ogni caso sempre più evidente che la bozza attuale (che prevede consiglio di sorveglianza con un presidente e due vicepresidenti e riunioni ogni 60 giorni), presentata dal presidente Massimo Ponzellini, non passerebbe l'esame del cda di martedì. Sotto accusa in particolare i requisiti richiesti per l'ingresso nei consigli di sorveglianza e gestione, ritenuti troppo rigidi dai sindacati interni. Tra le disposizioni più contestate c'è quella che impone che «almeno quattro componenti» su cinque del cdg «non devono essere dipendenti della banca o di altre società del gruppo e non devono essere stati dipendenti della banca o di altre società del gruppo per un periodo superiore a cinque anni».
Lavoro a tutto campo, quindi, in Bpm per studiare e mettere a punto proposte di modifiche alla bozza. I vertici dei dipendenti soci dell'istituto, secondo quanto risulta a Radiocor, hanno chiesto la consulenza di Umberto Bocchino, ordinario di economia aziendale presso l'università di Torino. Alcuni sindacati nazionali, intanto, avrebbero domandato anche un parere informale a Marcello Messori, professore ed ex presidente di Assogestioni.
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