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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2011 alle ore 08:25.
L'ultima modifica è del 24 settembre 2011 alle ore 08:53.

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Era nell'aria. Con i mercati in questo stato era dura pensare che la raccolta dei fondi archiviasse agosto in attivo. E infatti il saldo è stato negativo per 2,2 miliardi, rispettando peraltro un copione che va in scena da mesi. Com'era intuibile, i più colpiti dai riscatti sono stati gli azionari (-1,2 miliardi), vale a dire i più esposti ai listini, mentre è tornato l'interesse per i prodotti di liquidità (+510 milioni).

Queste due cifre riassumono chiaramente il comportamento dei sottoscrittori: poca propensione al rischio da un lato e ricerca di parcheggi per il capitale dall'altro. Come dar loro torto? Il mese scorso la Borsa che è andata meglio (quella americana) ha perso il 5,9%, quella che è andata peggio (la nostra) si è indebolita del 14 per cento. E lo scenario non è certo migliorato: la volatilità resta elevatissima e c'è la consapevolezza che ci vorrà tanto tempo prima vedere i propri investimenti in pareggio. «Magari non assisteremo a grandi crolli - spiega Sergio Albarelli, esponsabile per Sud Europa & Benelux di Franklin Templeton -, ma la situazione resta difficile: non si capisce se le economie andranno in recessione, si presta troppa attenzione anche alla minima variazione del Pil e le autorità non sono in grado oggi di dare risposte a situazioni critiche come la Grecia». Secondo Albarelli l'unica cosa che deve fare il risparmiatore in queste fasi è individuare l'obiettivo di investimento e ragionare in un'ottica di lungo termine.

Tornando alle statistiche, la nuova impostazione di Assogestioni divide il settore del risparmio gestito in gestioni collettive (fondi aperti e chiusi) e gestioni di portafoglio che a loro volta sono suddivise tra retail (Gpm e gpf) e istituzionali (prodotti assicurativi, previdenziali e altre gestioni). Insieme hanno totalizzato una raccolta negativa per 1,8 miliardi: solo i fondi chiusi e le gestioni di portafoglio istituzionali hanno registrato un dato positivo (rispettivamente per 795 milioni e per 327 milioni). Per quanto riguarda i gruppi, il dato di raccolta più elevato sui fondi è stato ottenuto dalla società estera Franklin Templeton (+283 milioni), grazie ai flussi confluiti principalmente sui prodotti obbligazionari. Ampliando il raggio anche agli altri strumenti del risparmio, il dato migliore è stato conseguito da Mediolanum (311 milioni di cui 178 attraverso i fondi), mentre il pollice è verso per Pioneer Investments che ha totalizzato un deficit di 1,2 miliardi complice la fuoriuscita per 899 milioni dai fondi.

Dal versante patrimoniale, le masse che fanno capo ai fondi aperti sono a quota 437 miliardi e di questi il 38,6% è in mano ai fondi italiani, il 61,4 ai prodotti di diritto estero. A livello complessivo, invece, l'industria del risparmio in Italia gestisce 973 miliardi.

Vista la difficile situazione dei mercati, oggi più che in passato la consapevolezza della propria tolleranza al rischio deve diventare ancora più determinante nelle scelte di portafoglio. Il risparmio è un bene prezioso e mantenerlo è difficile, ma riuscire a farlo è già una ricchezza.

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