Ancora pioggia di vendite su Mediaset che ha lasciato oggi sul terreno quasi il 5% dopo il 6,98% perso ieri, per poi chiudere a -1,92 per cento. Il titolo ha continuato a risentire delle tensioni nel governo che coinvolgono il premier, Silvio Berlusconi, e il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.

Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, ai giornalisti che gli chiedevano se la crisi nel Governo avesse un peso ha risposto: «Può anche darsi, ma soprattutto influisce la situazione generale». Intanto sul fronte industriale Mediaset si è assicurata i diritti per la trasmissione sul digitale terrestre delle partite di serie A di 12 squadre per il triennio 2012/15 con un investimento complessivo di 804 milioni.

Ieri l'agenzia S&P ha tagliato il target price di Mediaset del 41% a 2 euro da 3,4 euro citando vari motivi che vanno dai timori per la tenuta del governo Berlusconi, al rischio di un peggioramento del mercato pubblicitario in Italia e Spagna nel 2011 e nel 2012. Secondo l'agenzia americana, eventuali dimissioni di Berlusconi potrebbero influire sull'attività del gruppo inclusa la sua quota del 40% di Mediaset.

Per Confalonieri, attaccare Mediaset per quanto sta facendo il presidente del Consiglio è frutto di una visione miope e faziosa. Nel corso di un dibattito a Piacenza con Lucia Annunziata ha detto: «Il timore di chi dice che se va giù Berlusconi saranno azzoppate le sue aziende esiste, ma se uno ha a cuore il Paese non vedo perchè debba azzoppare le sue aziende. Sarebbe una visione miope da parte di persone faziose».

Ha aggiunto: «Io questo timore ce l'ho però ritengo anche che questo sia anche un Paese non da Piazzale Loreto. Azzoppare un'azienda come questa in momenti come questi mi sembra impensabile. So anche però che la gente di sinistra è ragionevole e sa che abbiamo 5 mila dipendenti e facciamo lavorare altre 5 mila persone».

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